È tornata a Mazara del Vallo quasi per vocazione 12 anni fa, per prendere le redini della Tenuta di famiglia e rivalutarla. Rosy Mandina nel 2012 ha lasciato Roma e la sua vita precedente per ritrovare le sue radici, con la gestione della Tenuta Cavaliere Mandina, unico Baglio ancora integro del territorio, che si trova a Borgata Costiera: “Vivevo a Roma, sono andata via da Mazara quando avevo 10 anni. Poi per forza di cose ho preso in mano le redini della tenuta, prima sistemando l’azienda agricola e poi rimettendo in piedi proprio la tenuta. Ho trasformato dei magazzini in un museo agricolo, dove si possono ammirare una macina dell’uva e una delle olive, i torchi per estrarre l’olio e una serie di attrezzi che ho cercato di recuperare. Ma c’è ancora molto da fare”. Dal prossimo anno c’è il progetto di produrre anche vino e sarebbe un ritorno al passato perché “fin quando c’è stato mio nonno – prosegue Mandina – il vino si produceva”.
Risalente al 1200, la Tenuta nel tempo è stata un casino di caccia, un convento, un antico postale, un monastero ed infine un’azienda agricola con un vigneto e un uliveto di circa 7 ettari. “Tutto è a nome di mio padre e così voglio che resti. Io mi ritengo la custode di ciò che ho avuto la fortuna di ereditare e che cerco di mantenere”. “È stato difficile calarsi in questo contesto – prosegue Mandina –, la cultura contadina è prettamente maschile. Prima è stata mia madre a prendere le redini dell’agricola e a portarla avanti. Qualcosa di difficoltoso, perché le donne non sono prese in considerazione. Per poter dar credito alla mia autorità ho dovuto cominciare dal basso, imparare a vendemmiare, raccogliere le olive, potare e non è stato facile”. Fare impresa è già qualcosa di complicato, a maggior ragione per una donna e ancora di più in Sicilia: “Non pensavo di trovare tante difficoltà, all’inizio mi sono trovata spiazzata. Tanti ostacoli in quanto donna, non ti dànno credibilità, pur essendoci degli esempi lampanti”. Le difficoltà nel tempo, però, non sono mancate: “È un progetto impegnativo perché io sono da sola, mia sorella è a Roma. Ho deciso di scommettere su me stessa, lasciando Roma, un lavoro, una posizione, non accettavo di perdere tutto questo”.
Distante poco meno di una decina di chilometri dal centro, Borgata Costiera è spesso dimenticata dalla politica. “L’unica cosa che fa vivere un po’ Costiera è la Festa del pane e della pasta, poi non ci sono altre attrattive. Servirebbe molto di più, prima Borgata Costiera era più rinomata, adesso invece viene dimenticata”. E anche lì, Rosy Mandina, esprime un desiderio per rilanciare la periferia. “Sarebbe molto bello – spiega ancora l’imprenditrice – fare un percorso enogastronomico che parta da Mazara e arrivi a Costiera anche con un percorso cicloturistico. Un servizio per far conoscere la nostra periferia, anche perché al momento le strade che portano alle aziende agricole sono quasi impercorribili. Bisogna rivalutare il territorio, le periferie, le strade abbandonate, perché l’attenzione è tutta sul centro”.
Quasi una vocazione per Rosy: “A un certo punto ho sentito che io volevo stare qua, che questo era il mio posto nel mondo. Le radici della terra mi hanno attirata e ho voluto portare avanti la tradizione di famiglia. Amo stare in campagna, lì ho scoperto delle cose che in città non avrei scoperto, come gli odori, i colori, i sapori, i rumori che sono musica… Mi piace sentire la natura. Questo mi ha anche portato a migliorare la mia qualità di vita”. Nessun rimpianto sull’aver lasciato un lavoro e una posizione a Roma: “Mi capita pochissime volte, soprattutto quando la stanchezza è veramente tanta o quando mi scontro con uno scetticismo così duro. Ma tutto ciò dura pochissimo, ho sempre davanti agli occhi l’obiettivo da raggiungere e lo sguardo di mia mamma che mi dà la determinazione di andare avanti”.
“Qualche volta qualcuno – spiega ancora Mandina – ha fatto anche delle offerte vantaggiose per rilevare la Tenuta, ma non ci siamo mai lasciate tentare. È un patrimonio affettivo, sangue e sudore non hanno prezzo. I miei genitori si sono innamorati lì, in quel Baglio, e sono stati insieme cinquant’anni. Ci sono tanti ricordi, il mio passeggino, la mia culla”. Chiaramente la politica potrebbe fare di più per favorire l’intero comparto: “Innanzitutto si dovrebbe dare un sostegno economico, favorire il biologico. Avere delle piantagioni biologiche non dovrebbe comportare dei costi così elevati. E poi bisognerebbe snellire la burocrazia, perché questo spesso scoraggia gli stessi agricoltori”.
La crisi climatica e la conseguente siccità stanno comportando altre problematiche dato che la Tenuta si trova in una zona dove non c’è irrigazione: “L’impianto è stato fatto molto tempo fa. Non è stato predisposto l’impianto con l’irrigazione e anche qualora fosse stato predisposto, dove c’è il vigneto non si collega il Consorzio di Bonifica. Il problema della siccità c’è, è abbastanza grave e a lungo termine la mancanza d’acqua potrebbe seccare il vigneto. Le piante di ulivo invece sono molto più resistenti. Tra qualche anno si dovrà pensare di espiantare e reimpiantare il vigneto. Se lì non portano l’allaccio del Consorzio di Bonifica, la mia azienda sarà sempre penalizzata. Serve un aiuto concreto all’agricoltura da parte della politica, tra qualche anno potrebbero non esserci più campi seminati”.
E così, tra difficoltà logistiche ed economiche, spesso gli agricoltori sono costretti a scelte dolorose: “Con l’agrovoltaico si pensa soltanto a produrre energia a discapito delle produzioni agricole. Tra qualche anno voglio vedere come farà a produrre un vigneto, o un agrumeto, con un pannello fotovoltaico installato sopra. Gli agricoltori sono tartassati di spese e cercano di recuperare da qualche parte, in qualche caso sono costretti economicamente ad accettare questo tipo di produzione, a discapito dell’agricoltura”. Valorizzare il Km 0 potrebbe essere la ricetta giusta per rilanciare tutto il settore: “Bisognerebbe stimolare l’idea di un Mercato del contadino dove tutti i produttori locali possano convergere invece di essere costretti ad andare ai Mercati generali. Avere un mercato ortofrutticolo a Mazara consentirebbe un guadagno migliore e di mangiare i prodotti locali. Perché i nostri produttori devono andare a vendere i propri prodotti a Catania per poi portarli a Roma o a Milano? La filiera corta sarebbe l’ideale, i nostri agricoltori potrebbero vendere i loro prodotti facendo pochi chilometri”.
La Tenuta si presta indistintamente a eventi privati, ma anche socio-culturali, come teatro o lettura di poesie. “Ogni anno tengo a mantenere la tradizione dell’11 novembre, del vino nuovo, con il pane fatto a legna. Ho iniziato un progetto di fattoria didattica con le scuole che poi si è fermato per il Covid e che adesso sta facendo un po’ fatica a riprendere”. E come già successo in passato, sono in programma diversi eventi come delle cooking class estive per imparare a produrre le busiate o il pane cotto nel forno a legna. “Ci sono tanti progetti, mi auguro di realizzarli”. Il sogno è chiaro: “Dare alla tenuta il posto che merita, anche perché a Borgata Costiera era un punto di riferimento. Lì c’è il primo insediamento urbano, la Sulana, purtroppo completamente perso. Ma nel contesto della Borgata – conclude Mandina – sarebbe bello far rivivere le tradizioni contadine. Noi nasciamo dalla terra, da lì nasce il nostro sostentamento”.
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Complimenti a te Rosy Mandina, sicuramente una grande donna.
Vorrei visitare la tua azienda, ma non so come fare, dammi un'indicazione, grazie.