Categorie: AperturaArteIntervisteMazara

Villa Casa Lombardo, a Mazara un luogo dove l’arte è quotidianità

C’è un luogo a Mazara che sembra sospeso nello spazio e nel tempo. Un luogo dove l’arte è quotidianità, arredamento, casa. Stiamo parlando di casa Lombardo, dove le opere d’arte si incastrano perfettamente all’abitazione di Emmanuele Lombardo e di sua moglie, l’architetto Francesca De Santi. Una sorta di museo a cielo aperto che però per la coppia è semplicemente casa “perché il museo sa di stantio, di muffa o fuliggine. Il nostro obiettivo è tirar fuori ciò che abbiamo dentro di artistico. Poi se tutto ciò piace, siamo anche più contenti”. “Io e mia moglie – spiega Lombardo – abbiamo frequentato l’istituto d’arte a Mazara, ci siamo conosciuti lì. Io ho fatto i tre anni, mia moglie cinque, poi si è laureata in architettura. Abbiamo avuto grandi professori. Mia moglie ha continuato l’arte attraverso l’architettura, io invece la immaginavo, non la producevo, non la facevo diventare materia”.

Lombardo individua una sua nuova data di nascita in tal senso: Il 7 agosto 2007 – prosegue l’artista – lasciai l’attività che avevo prima e mi dedicai completamente all’arte. Non ero io a fare l’agente di viaggio, ma il mio fantasma, la mia ombra. Non era la mia vita”. Quella data rappresenta dunque per Emmanuele Lombardo una liberazione dell’anima. Proprio sul modo di concepire l’arte della coppia, Lombardo ci racconta che “se a me dà un sussulto un volo di gabbiani, anche a mia moglie viene un sussulto. Se vedo un quadro di Klimt, non sono da solo, ma con mia moglie. Con lei abbiamo vissuto le stesse esperienze artistiche dal primo anno d’istituto d’arte fino ad ora. Viviamo gli stessi momenti artistici, ecco perché andiamo sempre d’accordo sul cosa fare artisticamente. Ci conosciamo da 58 anni e siamo sposati da 50. Siamo cresciuti insieme”.

Un luogo, Casa Lombardo, i cui i viali che circondano la villa sono intitolati a diversi artisti, come Pietro Consagra, Pirandello, Dalì, Gaudì, agli artisti che a noi piacciono”, spiega Emmanuele che con la moglie ha realizzato installazioni e sculture, in ferro e in vetro, mosaici e vasi in ceramica che abbelliscono la villa. “Sono colpito – prosegue Lombardo – o meglio scolpito dall’arte”. Un’arte che qui è quotidianità, sentimento, emozione o, come direbbe Beethoven, “quel sottile segmento che lega l’anima al corpo”, definizione che l’artista sposa. E mentre ci accompagna, ci fa notare come abbia trasformato in scultura addirittura un vecchio motorino con il quale il figlio, da ragazzo, ebbe un incidente. All’esterno della villa si possono ammirare realizzazioni che rimandano a Gaudì. Ma è lo stesso Emmanuele Lombardo a precisare che “l’influenza di Gaudì in realtà non c’è. Ho iniziato a realizzare i mosaici prima ancora di conoscere Gaudì che si studia tra il quarto e il quinto anno. Io ne ho fatti solo tre. Non conoscevo Gaudì, non sapevo chi fosse. È stata mia moglie a dirmi che certe cose richiamassero Gaudì, che poi ho apprezzato tantissimo, a Barcellona sono rimasto estasiato. Gaudì non usa specchi, io invece uso molto gli specchi nei miei mosaici”.

E sul come nasce un’opera, l’artista ci fa un esempio ben preciso: Tanto tempo fa ho trovato un pezzo di legno, a Capo Feto. L’ho conservato per 50 anni perché non sapevo cosa farne. È un pezzo di tronco di nave, con dei chiodi antichi. E poi ho realizzato un’opera, raffigurante la speranza dell’amore tra i popoli”. E continua: “Io e mia moglie andavamo a Mazara 2, dove recuperavamo un sacco di materiale da riutilizzare per le mie realizzazioni”. Inserita tra le mete de Le Vie dei Tesori, in quei week-end casa Lombardo accoglie tra le 150 e le 200 persone ogni fine settimana. “Le Vie dei Tesori ci hanno dato un’amichevole popolarità, in tanti hanno apprezzato le cose che facciamo e siamo lì in pianta stabile finora”. E sulla porta d’ingresso della casa campeggia una scritta in mazarese Sunsufoddriunnilivulemu, perché “ci piacciono le persone eccentriche – racconta Lombardo – quelle che per la società sono malsane e per noi invece sono stimolanti”. Una passione, l’arte, che è proprio di famiglia, tanto che all’interno della casa sono esposte anche opere dei figli Antonino e Tania.

Luca Di Noto

Condividi