“Il Parlamento nazionale legiferi per rimuovere qualsiasi discriminazione nei confronti dei figli delle coppie omogenitoriali che non possono ancora essere trascritti nei registri anagrafici dei Comuni, i quali peraltro continuano ad essere condannati dalla magistratura, come è accaduto di recente al Comune di Palermo”. Lo dicono Gianfranco Miccichè, deputato regionale del Gruppo Misto, e Valentina Chinnici, deputata regionale del Partito democratico, durante la conferenza stampa tenutasi stamani presso la Sala Stampa dell’Assemblea regionale siciliana. Alla conferenza ha partecipato anche Giovanni Inzerillo, consigliere comunale di Forza Italia. Proprio oggi, l’Aula di Palazzo dei Normanni ha approvato all’unanimità una mozione in tal senso sollecitata dal Comitato transpartitico Esistono i diritti, che vede come primi firmatari Gianfranco Miccichè e Valentina Chinnici. La mozione è stata sottoscritta trasversalmente da tutti i deputati e le deputate dei gruppi Pd, Sud chiama Nord e M5S, nonché da Stefano Pellegrino deputato all’Ars di Forza Italia.
“Che senso ha dire accetto una famiglia purchè non abbia i figli? – si chiede Miccichè –. È ovvio che non ha nessun senso. I sindaci non possono trascrivere i figli delle famiglie omogenitoriali per delle stupidità: uno perché nel modulo c’è scritto madre e padre, basterebbe scrivere genitori, secondo perché c’è una circolare del ministro di alcuni mesi fa che dava indicazioni diverse rispetto a quelle della trascrizione. Oggi finalmente cominciano ad arrivare una serie di sentenza, compresa quella della Corte d’appello di Palermo che ha condannato sia il Ministero che il Comune a risarcire una famiglia a cui non sono stati trascritti i figli. È chiaro che questa sentenza scatenerà in tutta Italia l’inferno, perché saranno costretti a pagare le spese legali per tutti coloro che lo chiedono, quindi con un danno erariale anche importante”.
“Per noi – dichiara Chinnici – vale il principio che in mezzo ad un vuoto normativo istituzionale che si è creato bisogna porre rimedio. Occorre salvaguardare l’interesse dei minori che è prioritario, come sancito dalle sentenze della magistratura. Il valore di essere tutti insieme a sostegno di questa battaglia di civiltà per il riconoscimento dei bambini delle coppie omogenitoriali è venuto soprattutto dal Comitato transpartitico Esistono i Diritti”.
«Bene ha fatto l’ARS, è il giusto riconoscimento della politica rispetto agli orientamenti culturali ed al sentire comune della società, più progredita di chi ha la pretesa di governarci – ha commentato Francesca Trapani, coordinatrice del Gruppo Territoriale trapanese –. Coerentemente il M5S con tutta la sua deputazione è tra i firmatari della mozione. Questi sono i temi che ci uniscono al PD, almeno a livello nazionale e regionale».
«Questo passaggio parlamentare, sebbene ancora lontano dalla necessaria e attesa modifica dell’ordinamento giuridico, conferma la giustezza della posizione che il M5S espresse nel 2019, quando sottoscrisse l’appello al sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, perché firmasse il riconoscimento di paternità per uno dei padri di una coppia omogenitoriale. Appello – ricorda Trapani – che il sindaco fece cadere nel vuoto. Anzi con un successivo atto di opposizione al riconoscimento di paternità, Tranchida, si dimostrò ancorato alla visione della “famiglia tradizionale”, in controtendenza anche ai rilievi giuridici cristallizzati appena due anni prima con sentenza della Corte costituzionale (272/2017). I giudici stabilirono il riconoscimento della “genitorialità sociale” anche quando non coincidente con quella biologica. Come dire che i figli sono di chi li ama, non di chi procrea».
«Il voto di ieri all’ARS – conclude Trapani – dimostra quello che abbiamo sempre sostenuto: Tranchida non è mai stato un sindaco attento ai diritti e alla tutela di quanti hanno bisogno di maggiore attenzione istituzionale. Quando poteva stare dalla parte giusta s’è schierato con l’orientamento più conservatore. Siamo orgogliosi come forza politica di sostenere le coppie omogenitoriali, di vedere riconosciuto il diritto ai loro figli di avere entrambi i genitori, a Trapani come nel resto del Paese. L’amore di una famiglia è un diritto che va oltre a qualsiasi categoria o definizione socialmente imposta. Questo semplice principio, che da sempre guida la nostra azione politica, vogliamo ribadirlo e magari ricordarlo al sindaco Tranchida».