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Lillo Gesone: “Stop al partito-setta, il Pd di Marsala apra le porte alla città”

Nella primavera del 2022 sembrava il prescelto per unire le anime del Pd e ricostruire un partito fortemente provato dalla sconfitta delle amministrative. Preso atto dell’impossibilità di mettere tutti d’accordo, Lillo Gesone fece un passo indietro, lasciando campo libero all’elezione di Paolo Pace, che dalla settimana scorsa non è più alla guida dei democratici marsalesi, in seguito alla decisione del direttivo di azzerare tutto e ripartire da un nuovo progetto. “Purtroppo era prevedibile – commenta Lillo Gesone – per come si è voluto che si svolgesse il congresso. Due liste con un solo candidato, era evidente l’intento di avere un segretario “fantoccio”. Io l’ho capito e mi sono ritirato il giorno stesso del congresso. La verità è chi vuole dirigere il partito non ci mette la faccia e, soprattutto, non voleva un segretario autonomo e autorevole per timore di essere adombrato. Per questo, novelle Penelopi prima del congresso – di giorno e pubblicamente – cucivano e la notte scucivano. Paolo Pace ha capito che non gli lasciavano spazio di manovra e non voleva essere filodiretto, e così con la stucchevole carnevalata del “ci dimettiamo tutti” lo hanno sfiduciato, perché non hanno nemmeno avuto il coraggio di farlo direttamente. Insomma, una trama degna del più scarso dei romanzi politici”.

La nota firmata dal direttivo chiama in causa coloro che dopo la designazione di Pace alla segreteria sono rimasti ai margini della vita del partito. Cosa servirebbe per un ricompattamento?

Ricompattare che cosa? Bisogna allargare, portare linfa nuova, spalancare le porte: quello che avrei voluto fare. Invece il partito è ridotto ad una “setta” di pochi individui, dove chi mette in discussione le direttive viene silurato. C’è solo da resettare tutto. Chi è l’artefice di questa catastrofe si faccia da parte e la finisca di ridurre tutto a lumicino per velleità personali.

Il segretario uscente ha rivendicato il lavoro fatto per ricostruire una coalizione alternativa a Grillo, con le forze di centrosinistra e il Movimento 5 Stelle. E’ la strada giusta da percorrere?

La coalizione di centrosinistra, da sola, non basta. Sono finiti i tempi in cui il centro sinistra era maggioranza: lo è stato quando si è aperto, guardando oltre il proprio orticello.

A questo punto, meglio l’ennesimo commissariamento del circolo di Marsala o un congresso che porti a una segreteria veramente unitaria?

Visto che siamo alla vigilia delle elezioni Europee credo che l’ipotesi più verosimile sia quella del commissariamento. Dopo le elezioni, a bocce ferme, si potrà celebrare il congresso per eleggere il nuovo segretario.

Qualche mese fa, in un’intervista rilasciata alla nostra testata, l’ex vicesindaco Agostino Licari ha indicato un percorso unitario che prevedesse l’individuazione del candidato sindaco della coalizione progressista attraverso le primarie. Ci sono le condizioni per un percorso di questo genere?

Parlare di primarie a due anni dalle elezioni è soltanto prematuro e rischia di stoppare possibilità e auspicabili candidature che portino un valore aggiunto anche in termini elettorali.

Tra qualche settimana verrà resa nota la lista del Pd per le Elezioni Europee di giugno. Che candidati vorrebbe trovare Lillo Gesone nel collegio Sicilia-Sardegna?

Di certo non candidature come quella della Furlan. Scelte del genere ci hanno resi uguali a Forza Italia: non vedo differenza rispetto all’imposizione della Fascina nel collegio di Marsala.

Vincenzo Figlioli

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