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Rifondazione Comunista Sicilia: “Ridare ruolo ai Liberi Consorzi sarebbe stato strumento concreto”

Il Partito della Rifondazione Comunista della Sicilia valuta l’attuale fase politico-assembleare come paradigmatica della degenerazione del potere politico in Sicilia e dell’allontanamento della classe dirigente dagli interessi dei cittadini. La maggioranza all’interno dell’Assemblea Legislativa siciliana ha umiliato il Presidente Renato Schifani e reso evidente che le alchimie clientelari e partitiche, che avevano tenuto insieme il centrodestra, sono completamente saltate e la loro ricomposizione bloccherà ulteriormente i lavori dell’Assemblea e l’azione del Governo dell’Isola. Lo fanno sapere Fabio Cannizzaro, Responsabile regionale Autonomie e Nicola Candido, Segretario Regionale della Sicilia di Rifondazione e Sinistra Europea.

L’incidente parlamentare è legato allo scontro avvenuto nella maggioranza prima sulla norma “salva ineleggibili” e poi sul cosiddetto “DDL Province”. Una diatriba tutta interna al potere per il potere, con una vera e propria ritorsione di “Fratelli Coltelli” che ha visto undici deputati della maggioranza ritirare il loro sostegno all’Esecutivo e bocciare il DDL Province”. Una proposta di legge che faceva del programma del Governo Schifani e che avrebbe permesso di superare la logica commissariale e di restituire ai cittadini siciliani la scelta diretta, per mezzo del voto, dei Presidenti dei Liberi Consorzi di comuni (provincie regionali) e parimenti il ritorno alla rappresentanza popolare nei consigli correlati, perché lungi dall’essere aboliti i Consigli provinciali continuano ad esistere seppure non eletti dai cittadini“, affermano i vertici di RC.

Al di là delle diatribe interne alla maggioranza ridare voce ai cittadini siciliani e un ruolo ai Liberi Consorzi, senza lasciarli in un limbo di indeterminatezza politica e amministrativa, sarebbe stato uno strumento concreto per favorire la partecipazione popolare e maggiore centralità ai territori più deboli dell’Isola, secondo Rifondazione Comunista.

Tuttavia, le lotte interne alla maggioranza e i tatticismi parlamentari delle opposizioni assembleari, prive di un disegno politico generale, hanno determinato un’ulteriore mortificazione della partecipazione popolare ed evidenziano chiaramente l’inadeguatezza di tutti i soggetti politico-parlamentari coinvolti in questa legislatura. Dignità e buon senso politico vorrebbero che si ritornasse alle urne e si rinnovasse un’Assemblea siciliana dominata dalla guerra tra bande, ma siamo certi che la spartizione del potere e degli incarichi saranno un collante formidabile per tirare a campare a spese delle/dei cittadine/i siciliane/i”, concludono.

redazione

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