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Elezioni Mazara, Nicola Cristaldi: “Vogliamo riprendere il nostro progetto”

“Ho deciso di ricandidarmi sotto la pressione dei miei amici e gran parte dell’opinione pubblica della città, rimasta delusa dell’amministrazione degli ultimi cinque anni tendente a demolire ambizione, progetto e traguardi raggiunti dalla mia amministrazione”. L’onorevole Nicola Cristaldi, leader dei Futuristi, non usa mezzi termini e punta dritto al terzo mandato da sindaco di Mazara del Vallo dopo esserlo già stato per dieci anni, dal 2009 al 2019. “La mia candidatura – spiega Cristaldi – nasce per proseguire nel nostro progetto e far nascere una nuova classe dirigente. Ho accettato la sfida”.

Non è mai stato tenero con l’attuale amministrazione, cosa non ha funzionato?

“Innanzitutto la filosofia di questa amministrazione, che come primo progetto ha fissato la demolizione del ricordo dell’amministrazione passata. Avrebbe dovuto continuare su quella strada, rimprovero l’aver abbandonato i progetti realizzati con quasi 50 milioni di euro per il restauro. Lo scarso utilizzo del Civic Center, il Collegio dei Gesuiti; istituti e manufatti ristrutturati con decine di milioni di euro, mai entrati in funzione. Alludo all’Istituto San Carlo, sei milioni di euro, al Centro per l’accoglienza degli immigrati, quattro milioni di euro ma ridotto a un rudere. Il mancato utilizzo di questi manufatti del sistema turistico. Avevamo fatto una sorta di rete museale che di fatto è stata demolita o utilizzata in modo paesano e provinciale. E poi questo linguaggio usato nei nostri confronti, pieno di bugie”.

Cosa intende?

“Non è assolutamente vero che l’amministrazione Cristaldi ha lasciato debiti. Ho lasciato decine e decine di milioni di euro, in opere e contanti. Tutte le maggiori opere che si stanno realizzando sono frutto della nostra amministrazione, dalla rete fognaria all’agenda urbana. Tutta una logica negativista e negazionista non poteva che portare alla mia reazione”.

Quali sono a oggi le priorità di Mazara?

“La priorità è quella di dieci anni fa, continuare a costruire un modello di sviluppo economico che sia non alternativo, ma integrativo dei polmoni economici tradizionali come la pesca e l’agricoltura. Poi c’è un’emergenza di fatto quotidiana che sta distruggendo la vivibilità della città: l’acqua potabile nella nostra città non viene erogata a quasi un terzo della popolazione, la zona di Trasmazzaro non può usare l’acqua neppure per l’igiene personale perché inquinata. Servirà una seria politica di dissalazione delle acque marine per risolvere il problema”.

Quante liste pronte a sostenerla?

“In totale quattro liste, ma abbiamo altre richieste di adesione che stiamo valutando: non vorrei che apparissimo come dirigenza da assaltare perché stiamo arrivando al traguardo. Valutiamo, quello dei Futuristi è un contenitore aperto, chiunque può entrare, ma va valutato come posizione politica, questione morale, argomenti da trattare. Evitiamo soggetti che fino a ieri hanno cercato alternative alla mia candidatura e che magari non riuscendo nel loro traguardo volessero fare marcia indietro. Non siamo una casa d’appuntamento, ma una cosa molto più seria”.

A livello culturale, che ruolo può recitare Mazara?

“Deve essere la culla del Mediterraneo, sarà candidata a diventare patrimonio mondiale della multiculturalità e multietnicità. Avanzeremo la proposta all’Unesco, credo che in poche città d’Europa accada ciò che succede qui sul piano di accoglienza e ospitalità. Poi bisogna riaprire le gallerie d’arte, le attività teatrali e che si giunga ad affrontare principi che vanno ben oltre gli aspetti localistici. A collaborare con me c’era un certo Khaled Fouad Allam, sociologo, politico, scrittore, filosofo, scomparso prematuramente, che ha tracciato una sorta di Carta dei diritti internazionali chiamata Carta di Mazara del Vallo. Chiameremo rappresentanti internazionali a discutere di questa Carta, candideremo Mazara a essere un luogo non solo di diffusione della cultura, ma anche di recepimento di altre culture. Penso di trasformare la città in una piccola capitale della cultura, al di là di simboli e riconoscimenti nazionali e internazionali”.

C’è qualcosa che cambierebbe nell’esperienza dei due precedenti mandati?

“Non parlerei di cambiare, ma farei qualcosa in più. In effetti sono stato un po’ presuntuoso a ritenere che il progetto fosse stato così forte che chiunque, dopo, avrebbe continuato su quella strada. Invece è stato un mio limite, un atto di presunzione. Dovrò rimediare a questo, dovevo preoccuparmi di costruire una prosecuzione, costruire uomini piuttosto che tarantelle che vanno un po’ di qua e un po’ di là”.

E sul programma elettorale?

“Il programma è scontato, è la prosecuzione del lavoro fatto in precedenza. Ci sono poi delle novità che non intendo dire in questo momento, è ancora presto”.

Luca Di Noto

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