Nella giornata di ieri si è svolta un importante riunione richiesta dal Presidente dell’Ati idrico di Trapani, il sindaco Gruppuso, insieme al CDA (presenti i sindaci Tranchida, Poma e Ferreri) presso l’assessorato Energia con la presenza dell’assessore di Mauro e del commissario dottoressa Barresi. L’incontro è stato richiesto per avere chiarezza sullo stato dell’arte in merito all’evoluzione della scelta della forma di gestione e messa a gara del piano di ambito della Provincia di Trapani alla luce di tutte le carenze idriche nel territorio.
Presente anche la parte tecnica che ha redatto il Piano di ambito che è stato adottato in estremis il 31 dicembre 2021 quando è stato sottoposto all’assemblea dei sindaci dall’ex Presidente Nicola Rizzo. Il commissario ha spiegato che nonostante la procedura di scoping già completata e trasmessa dal CTS regionale, occorre che la stessa sia completata con la redazione del rapporto ambientale e dello studio di incidenza (il procedimento è già stato posto in itinere dall’Ati Trapani), pertanto la stessa non è nelle condizioni di procedere né alla scelta della forma di gestione (pubblica in house providing, mista pubblica/ privato oppure privata) poiché il piano di ambito presenta un Pef (piano economico finanziario) non in equilibrio legato a quanto approvato nel dicembre del 2021 ne tanto meno alla successiva gara.
L’interlocuzione tecnica ha evidenziato la necessità di incidere sul PEF attraverso una nuova valutazione di dati da ricavare presso i comuni in modo che la nuova struttura gestionale provvisoria dopo le dimissioni dell’altro commissario Corsaro pervenute lo scorso novembre, appena costituita dal Presidente Gruppuso su approvazione del CDA e dell’assemblea, possa fornire nuovi elementi a Invitalia per rimettere in equilibrio il piano economico finanziario. Emerge anche la necessità di potersi avvalere di interventi di finanziamento specifici per poter chiudere anche la linea degli investimenti necessari per la gestione del servizio e questo può essere possibile attraverso fonti di finanziamento regionale ovvero con contributi in conto gestione al fine di diminuire la tariffa che diversamente sarebbe insostenibile per i cittadini trapanesi, del resto questo è già stato fatto in altri ambiti di altre province Siciliane nel recente passato.
Per cui, è emerso, che la politica regionale deve entrare in campo e trovare un modo attraverso i rappresentanti della deputazione provinciale all’Ars, al fine di accogliere le esigenze di questo territorio per non far gravare sui cittadini trapanesi una tariffa esosa e del resto per evitare anche la procedura di infrazione che comprometterebbe ulteriori finanziamenti europei a tutti gli altri Ati, in quanto inficerebbe la “condizione abilitante” dell’intera regione Sicilia qualora l’Ati di Trapani non riuscisse a chiudere la vicenda idrica. La politica deve quindi fare passaggi necessari per chiudere una criticità enorme che esce fuori dal piano di ambito non in equilibrio lasciato in eredità dalla precedente gestione e dove grava anche una situazione subita dai 17 comuni ex eas che inficiano attualmente le casse regionali per il costo dell’acqua da pagare a Sicilacque in assenza di ente gestore.