Categorie: AperturaIo la penso così

E se capita a noi?

Poteva accadere a noi, qui a Marsala o a Petrosino, di essere coinvolti nella vicenda dello stupro della ragazzina catanese. Lo diciamo senza qualunquismo, chiunque di noi poteva essere il padre (fratello, madre ecc.) della giovane, ma anche congiunto di uno di quelli che le ha usato violenza. Basta con il pietismo e raccontiamo quello che è accaduto, come dire, di contorno alla vicenda. La ragazzina di 13 anni è stata stuprata a circa “10 metri” dalla postazione fissa della polizia municipale che in quel momento era deserta. Avvicinata, accerchiata e trascinata nei bagni mentre su 14 telecamere che “vigilavano” nel grande parco catanese, appena 5 funzionavano e nessuna comunicava con una stazione di controllo di polizia o carabinieri. Ma non basta, ecco cosa non ha funzionato nella serata dell’orrore. Ben 14 telecamere d’ultima generazione dovevano sorvegliare Villa Bellini, ma tra queste, come conferma alla stampa l’assessore alla Polizia Municipale Alessandro Porto, “solo 5 funzionano perché siamo riusciti a sostituire le batterie dopo due anni”.

Si tratta di un maxi appalto per la sicurezza di Catania, da 800 mila euro, aggiudicato nel 2020, che aveva “…l’obiettivo di “integrare le azioni a carattere sociale e di controllo del territorio da parte degli organi di Polizia, i quali, presso le centrali operative, accederanno alla visualizzazione delle immagini di tutte le telecamere, e presso il Server avverrà la registrazione continua delle stesse riprese televisive. A luglio ho contattato la Vodafone (come? Per via telefono e magari gli ha risposto un call center, o ci sono i documenti che sicuramente il solerte amministratore ha già inviato in Procura? n.d.r.) che non aveva mai consegnato le sim delle telecamere. Il sistema di alimentazione funzionava a batterie, ma dopo essere state ferme due anni si erano guastate”. Su 212 telecamere installate a Catania, “150 non funzionavano – ha verificato Porto-. Abbiamo già acquistato le altre batterie, ma a causa delle festività natalizie non sono ancora arrivate”. La postazione fissa dei vigili urbani si trova a circa “10 metri” dal luogo dell’orrore. Nessuno della Municipale era sul posto. “Essendo le 19.30 – continua l’assessore – è possibile che l’auto stesse smontando o che fosse impegnata in un giro di ricognizione prima di chiudere”. Dal momento in cui la ragazza e il suo fidanzato sono stati circondati e trascinati nel bagno e per tutta la durata dello stupro, nessun esponente delle forze dell’ordine è intervenuto. “Siamo con circa 200 vigli urbani per tutta Catania – insiste Porto – dei quali circa 100 sono inabili e 40 lavorano a tempo determinato. Il sindaco è andato a Roma a chiedere nuove risorse umane, che dovrebbero arrivare entro l’anno, è un segnale importante del governo”.

E così, tra una chiamata al call center, le sim non arrivate e le batterie scariche, nostra figlia è stata violentata oppure nostro figlio abbiamo scoperto che era un violentatore. Nessuno si senta estraneo a questa vicenda. Neppure (e soprattutto) la presidente Meloni che era in quelle ore a Catania per un altro impegno e che ha promesso aiuti e punizioni esemplari. Siamo qualunquisti se non ci crediamo? Riparliamone tra qualche tempo…

Gaspare De Blasi

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