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Il fiume Mazzaro e i ricordi di Giacomo Calandrino portati alla luce dalla nipote Giada

La notizia giunta dall’Amministrazione comunale di Mazara sul drenaggio del fiume Mazzaro, ha risvegliato storie del passato e ricordi. Soprattutto nella giovane Giada Calandrino che, studentessa fuori sede, è venuta a conoscenza del dragaggio del fiume e ha riportato alla luce uno degli scritti del nonno Giacomo Calandrino deceduto il 25/6/2017.

La nipote Giada lo ricorda sempre con tanto affetto, rispetto e orgoglio per i valori trasmessi a tutti i componenti della famiglia (e non solo) e per le parole lasciate ai posteri, lasciando una poesia del nonno Giacomo per renderla nota a tutti.

RICORDI PERSONALI DI MAZARA

Mazara, una città bella

un po’ caotica, ma snella

nella sua struttura pianeggiante

si scopre come è bello esserci residenti.

Se scoprissimo tante cose del passato,

valorizzandoli, avremmo una città molto più pulita e bella.

Di una sola cosa voglio parlare

che tanto bello era e più non è

il Mazzaro (fiume) con la sua storia millenaria

dove si sono succedute guerre cruenti dei tempi antichi

“Selinuntini contro i Segestani”

terminate sempre nelle sponde di questo fiume,

conquiste dei Fenici, Arabi e Normanni,

ma Mazara si è sempre ripopolata lungo queste sponde.

Tralascio tutte le vicissitudini storiche

perché storico non sono, e per le mie conoscenze

e cognizioni scrivo solo dei ricordi di Anziano.

Non vado molto indietro

circa mezzo secolo più qualche decade.

Quando io assieme ai miei coetanei

eravamo ragazzi dai 12 ai 14 anni

il fiume Mazzaro era tanto limpido e pulito

che si pescava di tutto:

anguille a quantità, muletti e conchiglie;

quando c’era il fenomeno “Marrobbio”

ed il letto del fiume si prosciugava

l’anguille si potevano raccogliere a quantità.

Ed ora quel fiume è diventato

una fogna a cielo aperto, maleodorante, grigio e nero.

Forse con l’attenzione di tutti i cittadini

e di tutta l’amministrazione

si potrebbe arrivare a sanare

un po’ di tutto il guasto che si è fatto;

per cercare di ridare alle nuove generazioni

questo fiume che la natura ci aveva dato

tanto bello, pulito e pieno di vita.

Cerchiamo di sensibilizzare

tutta la cittadinanza

per portare queste problematiche

all’amministrazione, per noi

che ancora ci siamo e per le prossime generazioni

perché domani non diranno

cosa hanno fatto i nostri Padri?

Marzo 2003, Giacomo Calandrino

redazione

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