Il primi due atti di citazione davanti al tribunale civile per risarcimento danni, patrimoniali e non, alla Regione siciliana, alla protezione civile, al comando forestale e ai vigili del fuoco per gli incendi dell’estate scorsa sono stati notificati da una donna di 49 anni B. F. che ha visto andare in fumo la propria villetta a Palermo e da una coppia proprietaria di una villa a Borgetto M. O., 66 anni, e G. G., 73 anni, oltre ai due figli. Le fiamme hanno distrutto le abitazioni il 25 luglio scorso. Le parti citate dovranno comparire per la prima danneggiata all’udienza del 24 maggio e per gli altri il 25 giugno.
Le fiamme sulla montagna a Palermo che sovrasta la casa di B.F. che ha citato la Regione siciliana, la protezione civile e il corpo forestale chiedendo il risarcimento per la sua villetta distrutta da uno degli incendi divampati in Sicilia la scorsa estate, erano cominciate la notte del 24 luglio scorso. Il giorno dopo vedendo che l’incendio si avvicinava la donna verso le 14 ha chiamato i vigili del fuoco che sarebbero arrivati alle 17.24. Secondo il legale di B. F., Vanessa Fallica, «il pronto intervento del personale di soccorso specializzato e l’utilizzo dei velivoli adibiti alla salvaguardia del territorio avrebbe certamente arginato per tempo la propagazione delle fiamme».
Dopo gli incendi – scrive il legale – abbiamo saputo che «numerosi Canadair, in dotazione alla Regione Sicilia, erano stati generosamente ceduti alla Grecia, una circostanza che risulta ancor più grave alla stregua del fatto che, come accertato durante una seduta dell’Assemblea regionale siciliana, 130 vigili del fuoco in forza ai comandi territoriali della Sicilia erano stati inviati a Roma per la frequentazione di un corso».
Per questo motivo B. F. ritenendo che il ritardo dei soccorsi potesse in qualche modo essere collegato alla mancanza di personale a Palermo, ad agosto, tramite il proprio legale, ha chiesto al comando di Palermo dei vigili del fuoco di conoscere l’elenco del personale in servizio a luglio. Ma i vigili del fuoco hanno negato l’accesso agli atti, ritenendo che la richiesta non fosse sorretta da «un interesse diretto, concreto ed attuale corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata…».
«Una condotta – scrive Fallica – certamente ingiustificabile laddove, se effettivamente il comando dei vigili del fuoco non avesse avuto nulla da nascondere in merito a tale richiesta, avrebbe ben potuto rispondere positivamente».