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Crisi agricoltura trapanese, il comparto ‘sbarca’ in Regione: “Fondi insufficienti, si pensi a un piano”

Dopo una prima manifestazione in Piazza Inam a Marsala, nei mesi scorsi, seguito dai sit in in contrada Terranove con tanto di mezzi agricoli fermi in piazza, “I Guardiani del Territorio”, associazione che riunisce i lavoratori del comparto agricoli a tutti i livelli, hanno preso ‘armi e bagagli’ e sono partiti alla volta di Palermo.

Nella sede dell’Assemblea regionale siciliana, nel corso di un incontro promosso dai Guardiani, con in testa il Presidente Davide Piccione, erano presenti, tra gli altri, gli assessori al ramo di Trapani e Petrosino, nonchè la deputazione trapanese e i presidenti delle cantine sociali del territorio trapanese e il dottor Taschetta di Colomba Bianca, cantina petrosilena.

Si è fatto il punto sulla crisi del comparto, sui danni subiti per effetto del caro prezzi delle materie prime e del cambiamento climatico che ha fortemente minato le colture locali.

Al di là delle opinioni pro e contro, da parte rispettivamente di centrodestra e centrosinistra, gli agricoltori e i proprietari delle cantine non sono contenti di certo e non possono esserlo di fronte ai 25 milioni di euro stanziati in Finanziaria dalla Regione siciliana e spalmati in due anni.

“La Regione aveva stimato i danni all’agricoltura in 351 milioni di euro, adesso mette in Bilancio solo 25 milioni, è evidente come siano troppo pochi – ci dice Davide Piccione in partenza con altri ‘colleghi’ verso la Calabria per una manifestazione del settore di tutto il Meridione -. Peraltro la Regione non può pensare di rinviare il problema al prossimo anno, le aziende agricole bisogna salvarle oggi, adesso! Anzi, siamo già in ritardo”.

Cosa quindi è auspicabile? L’unica potrebbe essere sperare in un intervento del Governo nazionale – continua il numero uno de ‘I Guardiani del Territorio’ – e in questo modo rimpinguare di altri 30/40 milioni le somme messe a disposizione dalla Regione a cui peraltro avevamo inviato un documento, indirizzato a Renato Schifani, sottoscritto da tutti i 25 sindaci della Provincia, dalle cantine e da alcuni sindacati, sindacati che oggi latitano un pò. Ci sentiamo presi in giro dalla politica, è evidente che bisogna fare di più, subito e pensare a lungo termine”.

Sull’ultimo punto in particolare, le idee sono chiare: “Bisogna pensare ad un Business Plan, un progetto studiato a tavolino tra le parti in causa, per pianificare la valorizzazione del prodotto pensando più a lungo termine, perchè i cambiamenti climatici da ora in poi saranno una costante e bisogna intervenire prima che sia troppo tardi. In Sicilia, in questa porzione dell’isola, siamo molto indietro. In Veneto ad esempio, già riescono a valorizzare i prodotti, cosa che noi non riusciamo a fare”.

redazione

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  • Perché non riusciamo a valorizzare il nostro vino? Perché siamo il mercatino del vino: troviamo di tutto dal punto di vista varietale.
    Occorre ristrutturare completamente la nostra vitivinicoltura di processo e di prodotto.
    Organizzate un tavolo tecnico con rappresentanti di cantine, enologi, agronomo.... Fino adesso il vostro è stato solo populismo.
    Aspetto risposta
    Agron. Vincenzo Maltese

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