Categorie: CronacaPoliticaProvincia

Operazione Aspide nella Sanità trapanese: le reazioni della politica

Appreso dell’operazione Aspide, interessante squarci diversi ed inquietanti sulla mala gestio del sistema sanitario anche nel nostro territorio, che con
non poco stupore vede coinvolti anche consiglieri comunali e tra questi l’attuale presidente del consiglio Annalisa Bianco, ma per vicende avulse dal contesto amministrativo comunale, da un lato esprimiamo fiducia nella magistratura ma dall’altro ci auguriamo che la consigliera riesca presto a meglio chiarire la propria posizione”
. Con queste parole il sindaco Tranchida ha commentato l’odierna operazione Aspide.

“Le lunghe ombre sulla sanità trapanese scoperte dalla Guardia di Finanza con l’operazione “Aspide” di oggi lasciano l’amaro in bocca. La salute pubblica dovrebbe essere al primo posto rispetto a qualunque altra cosa. Piena fiducia nell’operato della magistratura e della Guardia di Finanza per il lavoro svolto, nella consapevolezza che i fatti sono ancora in corso di accertamento e i 17 indagati a vario titolo per diversi reati, avranno l’occasione di far emergere fatti a discolpa. Dai fatti indagati, però, emerge una verità già nota da tempo e cioè che La sanità siciliana continua ad essere gestita nell’ottica di un mercimonio che la fa annaspare a scapito degli utenti tutti. È tempo che ci si adoperi tutti affinché la sanità torni ad essere credibile e funzionante”. Questa la dichiarazione del deputato regionale trapanese del Pd Dario Safina, dopo i fatti di cronaca che hanno interessato oggi la città di Trapani.

«Sconcertano i termini usati dalla Guardia di Finanza per descrivere l’ennesimo scandalo fatto di corruttela e malaffare nella sanità trapanese. Si parla di “addomesticamento” e “manipolazione” di procedure di gara, pubblici concorsi e affidamenti di incarichi dirigenziali, secondo una logica clientelare».

Questa la prima reazione della deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi appreso dell’operazione della Fiamme Gialle e della indagine della Procura di Trapani sull’ASP del capoluogo: «Saranno i magistrati ad accertare le responsabilità penali dei singoli indagati – afferma Ciminnisi –, però a poco più di 10 giorni dalle condanne in appello per la precedente allarmante vicenda della sanità siciliana, l’operazione “Sorella Sanità”, tornano a riemergere meccanismi di clientela che speravamo fossero superati. Colpisce, anche, che i fatti contestati sarebbero stati commessi proprio durante la pandemia. Quando l’emergenza avrebbe dovuto far registrare un plus di responsabilità, c’era chi pensava solo ad arricchirsi e a farsi gli affari propri».

«Dobbiamo amaramente constatare – continua la deputata – che la sanità è il ventre molle della politica siciliana. È il territorio di caccia libera in cui ciascuno, imprenditore, faccendiere, pubblico funzionario infedele, medico compiacente, ritiene di poter gestire come fosse “cosa propria” il diritto alla salute dei cittadini. Diritto compresso, disatteso, a causa della distrazione della politica o peggio ancora della complicità di una classe dirigente che invece di esaltare il merito privilegia l’appartenenza. Perché è questo quel che accade quando la politica chiede ed elargisce favori: saltano le regole, le procedure di controllo, gli equilibri istituzionali e burocratici».

«Mentre la sanità siciliana va a pezzi e le indagini delle procure, oggi quella di Trapani, scoperchiano il marcio, questo Governo siciliano e questa maggioranza – conclude Ciminnisi –, cincischiano con il manuale Cencelli per accaparrarsi poltrone e incarichi di prestigio. Mentre la Sanità siciliana è alla canna del gas, ancora attendiamo le nomine dei direttori generali delle ASP e delle Aziende Sanitarie. Nomi da decidere nelle segrete stanze in un continuo mercato di posizioni e rendite politiche e clientelari. Così non va bene, lo ripetiamo da anni: fuori la mala politica della sanità».

“A Trapani i medici non hanno nemmeno le divise di ricambio. Il personale sanitario, perennemente stressato, arriva a fare anche 10 o più notti di guardia. Nel pronto soccorso del capoluogo mancano 60 unità di personale su 85 unità previste in pianta organica. Nelle aree di emergenza degli ospedali di Alcamo, Castelvetrano, Marsala, Mazara del Vallo, Trapani e Pantelleria manca addirittura il 69% dei medici previsti dalla pianta organica. I tempi di attesa, ad esempio per endocrinologia, superano di gran lunga i 12 mesi. È questa la realtà che fa da sfondo all’ennesimo scandalo: assunzioni pilotate, appalti e corruzione spesso misera e stracciona”. Così Sergio Lima della direzione nazionale dem.

“Ancora una volta si conferma un impressionante giro di denaro e potere che si muove dentro la sanità- prosegue Lima- a cui fa eco il silenzio di una politica governativa impegnato in una lotta all’ultimo sangue per occupare e gestire questo potere e non certo per scardinarlo e dare risposte ai siciliani. Come se si volesse ignorare che ogni centesimo che alimenta corruzione e truffe viene tolto al personale sanitario, all’assistenza ai degenti, agli interventi strutturali negli edifici. Ogni regalia, ogni ruberia, ogni fraudolenta operazione si traduce in un posto letto in meno, in un apparecchio che giace abbandonato in qualche magazzino, in un reparto che viene chiuso, in un giorno o in un mese in più prima di una visita”. Per Lima “siamo davanti ad uno scenario non più tollerabile. Urge una presa di coscienza collettiva anche della società siciliana per rompere un meccanismo osceno che baratta il diritto alla salute con business, costruzione del consenso e illeciti arricchimenti”.

“Quanto sta emergendo in queste ore dall’inchiesta Aspide sulla gestione della sanità in provincia di Trapani lascia sgomenti. Il quadro dipinto dagli inquirenti appare ancora più grave perché coinvolge esponenti del mondo politico in vista in città. Per questo motivo, come Partito democratico, abbiamo l’obbligo di mettere in campo la massima attenzione rispetto a percorsi politici in atto e rispetto alle scelte future da adottare“. Lo dicono Anthony Barbagallo e Domenico Venuti, rispettivamente segretario regionale e provinciale di Trapani del Partito democratico, rispetto all’inchiesta ‘Aspide’.

“Le accuse dovranno reggere al vaglio di un tribunale, è chiaro, – proseguono Barbagallo e Venuti – ma la politica deve dare risposte immediate – aggiungono Barbagallo e Venuti . La sanità pubblica trapanese, infatti, continua a essere terra di conquista. Davanti a questa situazione il governo regionale dovrebbe invertire la rotta e invece si blocca sulle nomine dei manager. A pagare le spese di questo sistema malato sono i cittadini, che subiscono il peso di una gestione dissennata di risorse che invece dovrebbero servire a rafforzare la sanità pubblica sul territorio con mezzi moderni e personale numericamente adeguato. Un quadro difficile anche per i tanti medici e lavoratori del settore che ogni giorno danno prova di grande abnegazione”.

Barbagallo e Venuti poi aggiungono: “I risultati dell’indagine Aspide arrivano a poco più di un mese dalla denuncia pubblica fatta dal commissario dell’Asp di Trapani, Vincenzo Spera, che denunciò continue pressioni da parte di deputati regionali. A questo punto – evidenziano i segretari regionale e provinciale del Pd – sarebbe bene dare risposte anche rispetto agli inquietanti interrogativi che sorgono a seguito di quelle dichiarazioni”. Barbagallo e Venuti poi concludono: “Bisogna tenere alta l’attenzione e vigilare su un settore delicato come la sanità, che è e deve restare pubblica. La politica – concludono – non ceda alla tentazione di affidarsi in toto ai privati: ne verrebbe fuori un sistema soltanto per ricchi e questo il Pd non può e non potrà mai accettarlo”.

redazione

Condividi