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Operazione Goldfish: tra gli indagati l’amministratore di un’azienda petrosilena

È stata la Guardia di Finanza del comando provinciale di Trapani e del nucleo di polizia finanziaria a portare avanti le indagini e ad eseguire il provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. del Tribunale di Tivoli, su richiesta della Procura Europea, nei giorni scorsi, nell’ambito dell’Operazione Goldfish.

È stato anche predisposto un sequestro preventivo di somme e beni per un valore complessivo di oltre 4 milioni e mezzo. Sei gli imprenditori coinvolti, tutti operanti nel settore della produzione di avannotti quindi nell’acquacoltura, che erano a capo una fitta serie di società che copriva l’intera filiera che parte dall’allevamento dell’avannotto fino alla produzione di sushi per ristoranti e supermercati. Sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.

Fra le aziende coinvolte anche l’Avannotteria di Petrosino il cui amministratore, Libero Dipaola, 56 anni, a capo della società fino al settembre scorso, risulta tra gli indagati. Altra figura di spicco della catena illegale è quella di Pietro Lococo, fondatore del Gruppo “Del Pesce”.

Gli altri imprenditori e amministratori hanno le loro attività a Roma, Guidonia, Piombino e La Spezia. Le indagini hanno fatto luce su irregolarità nell’ottenimento di contributi a fondo perduto, di origine europea, nazionale e regionale, per un ammontare complessivo di circa 4,5 milioni di euro, concessi dalle Regioni Sicilia, Lazio e Toscana alle diverse società coinvolte, a valere sul Programma Operativo F.E.A.M.P. 2014/2020, per progetti relativi alla realizzazione e al riattamento di siti produttivi. 

redazione

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