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Droga nell’asse Trapani-Palermo, il collaboratore di giustizia Antonino Tranchida continua a parlare

L’asse di spaccio tra Trapani e Palermo ormai da settimane è al centro della vicenda giudiziaria che riguarda il collaboratore di giustizia Antonino Tranchida che ha deciso di parlare su chi gestisce i traffici di droga.

Si sa già che i verbali raccolti pochi mesi fa dai pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Luisa Bettiol e Gianluca De Leo, sono pieni di nomi e di fatti.

Uno dei primi nomi pronunciati dal collaboratore di giustizia è stato quello di Antonio Beninati, un “capo piazza nel rione Sant’Alberto” di Trapani. L’anno era il 2016 sino ad oggi. Vendeva cocaina, marijuana, hashish. Questa piazza era già ben attiva, la forniva Giovanni Alagna, settimanalmente c’era un incasso dai 50 ai 70 mila euro. Alagna organizzava la piazza e aveva dei ragazzi che lavoravano per lui.

E poi ancora Salerno e Massimo Ferrara. Poi c’era Ignazio Traina, oggi sotto processo, personaggio chiave nel mandamento mafioso di Santa Maria di Gesù. La marijuana arrivava da Partinico, l’hashish da Palermo e la cocaina poteva essere di Palermo poteva essere di Partinico, dice il pentito. Quando si parla di Partinico saltano fuori anche i Vitale.

Un appartamento in via Amari veniva usato come stoccaggio della droga e il confezionamento a dosi e poi i vari ragazzi vendevano al dettaglio.

Insomma, un lungo ‘affaire’ tra mafia e droga nell’asse Palermo-Trapani che avrà anche un suo luogo di approdo nel capoluogo siciliano che è tutto ancora da scoprire.

redazione

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