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Spalmatura del disavanzo, per la Corte dei Conti resta la questione di legittimità costituzionale

Sulla vicenda della presunta illegittimità costituzionale della spalmatura decennale del disavanzo della Regione Siciliana, la Corte dei conti tiene il punto. Nel pronunciamento relativo alla parificazione del Rendiconto generale 2021, letto nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza di Palermo dal presidente delle Sezioni riunite della Corte dei conti Salvatore Pilato, i giudici contabili hanno sospeso il giudizio sul risultato di amministrazione ponendo nuovamente, come già avvenuto lo scorso anno e come richiesto dalla Procura generale, la questione di legittimità costituzionale sui tempi della spalmatura del disavanzo emerso nel 2018. Tutto rinviato, quindi, alla sentenza della Corte costituzionale, che deve ancora esprimersi sui tempi con i quali la Regione decise di rientrare dal disavanzo.

Per la Corte Palazzo d’Orleans avrebbe dovuto ripianare i conti in tre anni ma l’allora governo Musumeci spalmò il percorso di recupero su dieci annualità. Una decisione che avvenne sulla base di un accordo con lo Stato che però non intervenne nei tempi corretti. Il governo Schifani, forte di una nuova legge dello Stato approvata nel 2022 che dà alla Regione otto anni di tempo per rientrare dal disavanzo, ritiene però la quesitone di legittimità costituzionale superata dal momento che la norma contestata dai giudici contabili è di fatto cancellata. I giudici della Corte dei conti, infine, hanno dichiarato “non regolari” il conto economico e lo stato patrimoniale relativi al 2021.

“La sentenza odierna, relativa al Rendiconto del 2021 della Regione Siciliana, seppur incomprensibile e non condivisibile, è priva di effetti finanziari e infondata sotto il profilo giuridico”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, commentando la sentenza della Corte dei conti sulla parifica del Rendiconto 2021. “La sospensione della parifica, a causa della pendenza di un giudizio di costituzionalità, in ordine all’articolo 7 del decreto legislativo 158 del 2019, appare poco coniugabile con la successiva norma primaria ex articolo 1 comma 841 della legge 147 del 2022, invocata dalla stessa Corte dei conti, per il ripiano pluriennale del disavanzo del Rendiconto del 2018 – ha aggiunto Schifani -. La nuova legge ha, infatti, superato la norma impugnata dalla Corte. Malgrado ciò, la Regione continuerà ad essere impegnata nel percorso già intrapreso, di risanamento della finanza pubblica, tra l’altro oggi ricordato dallo stesso organo di controllo”.

«Il pronunciamento odierno della Corte non produce alcun tipo di ricaduta negativa sui conti della Regione. L’equilibrio economico-finanziario dell’ente rimane solido e tutti gli indicatori più importanti manifestano un chiaro processo di miglioramento. Di ciò la stessa Corte dei Conti, con la quale si mantiene comunque un rapporto di costante interlocuzione, ne dà atto nel pronunciamento odierno». Così l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, al termine dell’udienza pubblica della Corte dei Conti per la parificazione del rendiconto generale della Regione Siciliana per l’esercizio finanziario 2021.

«Siamo una delle Regioni italiane con il minore disavanzo – sottolinea Falcone – già nel rendiconto 2021 in netto calo e ad oggi sceso a circa 4 miliardi. Siamo, inoltre, fra le Regioni con il più basso rapporto fra disavanzo e Pil. Il quadro in miglioramento è stato riconosciuto anche dalle società di rating come Fitch, il cui giudizio sulle prospettive di breve periodo è migliorato. Abbiamo allineato i conti, rafforzato la spesa ed efficientato le entrate, questo ci consegna delle prospettive virtuose di sicurezza economico-finanziaria. Siamo fiduciosi – conclude l’assessore regionale – anche sul buon esito del giudizio di costituzionalità sul ripiano pluriennale del disavanzo».

“Con la Parifica la Corte dei conti certifica che i conti della Regione Siciliana non sono in sicurezza”. A dirlo è il deputato regionale del Pd Nello Dipasquale commentando il giudizio emesso dalle Sezioni riunite della Corte dei conti in sede di controllo e la reazione del governatore Schifani. “La decisione di sospendere la decisione sul risultato di amministrazione e la contestazione della tecnica di ripiano del disavanzo – afferma Dipasquale – si ripete per il secondo anno e con la sua dichiarazione il governatore prova che l’Esecutivo non ha contezza dell’entità del problema per i conti della Regione. L’operazione realizzata dal governo Musumeci non si poteva realizzare e – prosegue Dipasquale – le regole intervenute dopo non risolvono il problema. Se la Consulta dovesse confermare l’interpretazione proposta dai giudici contabili sarebbe necessario rinvenire stanziamenti per oltre due miliardi. Il governo affronti il problema con un atteggiamento prudenziale per il bene dei siciliani”.

redazione

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