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Nicola Mulè presenta il suo libro d’esordio, “La mia metà del chicco”

“La mia metà del chicco” è il libro d’esordio di Nicola Mulè (edito da bookabook). Quarantaquattro anni, spirito curioso, l’autore parte dalla propria storia personale e dal dolore legato alla prematura scomparsa della madre per affrontare il delicato tema del passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

Come nasce questo libro?

E’ nato da un’esigenza personale. Quando ti investe un lutto del genere, a 14 anni, si può reagire in tanti modi. Io mi sono sentito la responsabilità del mondo addosso, nei confronti di mio fratello ma anche di mio padre. Mi sono chiuso e ho giurato a me stesso che non avrei più sofferto. Fino a qualche anno fa ho vissuto così e purtroppo ci sono riuscito. Quando ci si scherma dalle emozioni si finisce per non provare più nulla e anche di fronte ad altri distacchi o altre situazioni dolorose non riuscivo più a emozionarmi come mi succedeva prima.

Qual è stata la molla da cui è partita l’esigenza di voltare pagina?

Mi ha ispirato molto il libro di Massimo Gramellini, “Fai bei sogni”. Dopo averlo letto ho cominciato a sentire la necessità di ripercorrere tutto e durante il periodo del Covid ho cominciato a mettere un po’ di pensieri nero su bianco. Un altro fatto importante è stato la nascita di mia figlia e di mia nipote, che non hanno mai conosciuto questa nonna e mi sembrava importante far loro sapere chi fosse, anche perchè, con il tempo, c’è il rischio che i ricordi diventino sempre più sbiaditi. Così ho cominciato a riordinarli, unendo anche i ricordi di mio padre. Ci sono anche pagine divertenti, soprattutto quelle riguardanti le estati spensierate dell’infanzia, condivise con i cugini nei nostri chiani che si riempivano di bambini che passavano le loro giornate giocando insieme.

Qual è stata la sensazione alla fine del libro?

E’ stato liberatorio, anche se il percorso iniziato non si è concluso. Nel libro parlo anche di percorsi terapeutici e di attacchi di panico, che mi hanno accompagnato per tanto tempo. Ho pensato che scriverne fosse anche un modo per aiutare chi ne sta soffrendo. Da quando il libro è stato pubblicato, tanti tra coloro che lo hanno letto hanno cominciato a chiamarmi, manifestandomi la propria stima.

Com’è avvenuto il contatto con la casa editrice?

Inizialmente non ero certo che potesse essere pubblicato. Quando l’ho inviato mi hanno detto che mi avrebbero dato una risposta entro 21 giorni. Dopo una settimana mi hanno contattato dicendomi che lo avrebbero pubblicato ed è partita la campagna di crowdfunding. Tengo a sottolineare che la mia parte del ricavato del libro andrà a Milano Taxi 25 della zia Caterina, una realtà del sociale che fa un lavoro molto importante, che va sostenuto.

Cosa diresti a un adolescente che fa i conti con la sofferenza?

Mi piacerebbe mandare un messaggio positivo ai ragazzi delle scuole. Mi rivedo molto in loro e sento di poter dare una mano. Il dolore va affrontato e se ne esce più forti. Vivere un momento di sofferenza non significa essere deboli, anzi…alla luce di quello che accade ogni giorno ritengo quanto mai importante saperla affrontare.

C’è già una data per la prima presentazione?

Il 26 dicembre a Marsala. Poi ne faremo anche altre in giro per l’Italia.

Vincenzo Figlioli

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