Categorie: Viabilità

Una Sicilia diversa: tour in bici, tra ferrovie in disuso, lava e canyon selvaggi

Il desiderio di fare qualcosa di benefico per il proprio fisico, la possibilità di stare all’aria aperta a lungo e l’innegabile appeal che le due ruote esercitano su tantissimi, giovani e meno giovani, da qualche anno oramai hanno condotto alla diffusione della passione per la bicicletta per tantissimi siciliani.

Che si tratti di mountain-bike o di bici da corsa, non passa giorno senza che, per le strade dei paesini e delle città di tutta l’isola, centinaia e centinaia di appassionati si spostino sulle due ruote: da soli, in coppia o in gruppi più o meno folti.

La riscoperta delle ex tratte ferroviarie dell’interno

L’aumento del numero di ciclisti in Sicilia ha portato, da un lato, alla nascita di gruppi e associazioni e quindi all’organizzazione di ritrovi, gare e giri non agonistici; dall’altro, alla riscoperta di percorsi abbandonati, ex mulattiere o ex tratte ferroviarie in disuso da decenni. Quelle tratte, un tempo percorse da treni a scartamento ridotto, che collegavano diversi paesini dell’entroterra con le miniere, prevalentemente di zolfo, oggi sono riabilitate grazie all’intervento di amministrazioni previdenti, associazioni cicloturistiche e associazioni ambientaliste.

Alcuni esempi sono la tratta Castelvetrano Salaparuta (nel trapanese), la Caltagirone – Dittaino (che attraversa le province di Catania e di Enna), la Ponte Diga – Fusco (nella valle dell’Anapo, in provincia di Siracusa), la Sambuca di Sicilia – Santo Stefano Quisquina (Agrigento) e la Linguaglossa – Castiglione di Sicilia (sul versante orientale dell’Etna).

Qualcosa è stato fatto per rendere ciclabile la Sicilia, ma molto resta ancora da fare. Nell’attesa, le tracce GPS e le associazioni ciclistiche sono a disposizione di chiunque desideri avventurarsi su due ruote alla scoperta di una Sicilia diversa. E sono sempre di più coloro che ne approfittano: italiani, provenienti dal “Continente”, turisti stranieri, ma anche i siciliani stessi.

Il vantaggio del clima della Sicilia

Certo, i tour organizzati esistono da decenni in ogni regione d’Italia, come quelli della zona del Chianti in Toscana, delle Langhe piemontesi, dell’area del lago di Como in Lombardia o dei passi dolomitici del Triveneto.

Ma rispetto a tutti questi, i giri cicloturistici della Sicilia hanno il vantaggio innegabile di poter essere percorsi tutto il tempo dell’anno, complice un clima mite dodici mesi su dodici, con estati lunghe e inverni brevi e poco piovosi. Certo, bisognerà avere l’accortezza di evitare le pendici dell’Etna almeno fino ad aprile, preferendo le altre zone interne e le coste; ma ognuno resterà affascinato dalla diversità dei paesaggi attraversati, oltre che dai dislivelli da affrontare!

Il coast to coast in salsa siciliana

Oltre alle già citate ex linee ferroviarie e ai relativi percorsi, vi sono decine di altri tour che consentono di scoprire la Sicilia in bici, alcuni brevi e circostanziati nel raggio di qualche decina di km dal punto di partenza, altri molto più lunghi e impegnativi, da suddividere in più giorni, come il Sicily Divide: un coast-to-coast per attraversare l’isola in 430 km di strade misto asfalto, sterrato, basolato, sottobosco, …

Partendo da Trapani o, in alternativa da Palermo, si arriva a Catania in un tour che ognuno può percorrere a proprio ritmo: Salemi, Gibellina, Santa Margherita di Belice, Sambuca, Villafranca Sicula, Santo Stefano Quisquina, Mussomeli, Montedoro, Caltanissetta, Borgo Cascino, Enna, Leonforte, Agira, Regalbuto, Centuripe, Paternò e Catania i centri attraversati. Ma sono possibili anche delle varianti, secondo i gusti e le potenzialità di ognuno.

Alcune caratteristiche di questo coast-to-coast sono che si svolge esclusivamente nell’entroterra (il mare sarà visibile solo il giorno della partenza e quello dell’arrivo) e che i saliscendi saranno continui, per tutti i 430 km, con punte massime di altitudine che raramente si approcciano ai 1.000 mt, ma con dislivelli positivi che possono arrivare fino a 2.000 mt in un giorno solo.

I quattro parchi della Sicilia in bici

Sono quattro i parchi principali dell’isola in cui è possibile circolare in mountain-bike per ore, a volte per giorni, alla scoperta non solo di natura e sole, ma anche di tradizioni enogastronomiche di sicuro impatto: il Parco Fluviale dell’Alcantara, il Parco dell’Etna, il Parco Naturale dei Nebrodi e il Parco delle Madonie.

Quello delle Madonie è un parco istituito nel 1989, che abbraccia ben 15 comuni della provincia palermitana. Tra le vette delle Madonie raggiungibili in mountain-bike, almeno tre arrivano a 2.000 mslm, ma prima di “tagliare il traguardo” della cima si pedala tra oliveti, querceti e faggeti e si attraversano borghi storici.

Il Parco Naturale dei Nebrodi è stato istituito nel 1993 ed è il più esteso di tutta la Sicilia: arriva a toccare ben 24 comuni, che ricadono in tre province (Messina principalmente, ma anche Catania ed Enna).

Al suo interno, il paesaggio muta forma diverse volte, dato che si passa dalla zona costiera ai paesi pedemontani dell’Etna, dalla calda brezza di mare alle fredde nevi del vulcano più alto d’Europa. Sugherete, querceti e faggeti offrono l’ideale ambiente naturale dove pascolano indisturbati i cavalli sanfratellani e i suini neri dei Nebrodi.

Il Parco Fluviale dell’Alcantara è di istituzione ancora più recente (2001); come dice il nome, la sua zona di interesse si snoda attorno ad uno dei fiumi di maggiore portata idrica di tutta la Sicilia (l’Alcantara, per l’appunto), che in più di un punto origina cascate e canyon caratteristici (le Gole dell’Alcantara).

Pedalando lungo questi percorsi (dodici comuni delle province di Messina e Catania), si possono ammirare oltre 200 specie aviarie diverse, oltre a volpi, ricci, istrici e ghiri. Da Randazzo si scende, attraversando paesi e borghi di indubbia bellezza, per arrivare a Taormina e fermarsi al mare di Giardini Naxos.

E infine il Parco di sua maestà l’Etna, istituito nel 1987 e ricadente nel territorio di venti comuni tutti del catanese. Arrivare a quota 3.000 (e oltre) con la bici è un’esperienza esaltante, ma è altrettanto affascinante pedalare tutto attorno all’Etna, tra piste pedemontane e altomontane, ammirando non solo il black desert (le sabbie nere tipiche dell’alta quota etnea), ma anche vigneti, pistacchieti (a Bronte) e coltivazioni di fragole (a Maletto).

Conclusioni

Il nostro articolo ha voluto mette rein luce il crescente interesse per il ciclismo in Sicilia, sia amatoriale che professionistico. Questa passione può essere ulteriormente esplorata attraverso le scommesse sportive online. I tifosi siciliani, già affascinati dal ciclismo amatoriale, potrebbero essere attratti dalle scommesse sulle competizioni professionali.

Le piattaforme di scommesse potrebbero quindi arricchire la loro offerta, incorporando eventi ciclistici e permettendo agli appassionati di scommettere sui vari aspetti delle gare. Questo non solo intensifica l’esperienza sportiva per gli spettatori, ma rafforza anche il legame tra lo sport e l’intrattenimento digitale in Sicilia

redazione

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