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Arrivò a Pantelleria su un barcone ma è nata a Catania, la battaglia di una giovane italo-tunisina

Una giovane ventenne nata a Catania da genitori tunisini è tornata nell’isola a bordo di un barcone approdato a Pantelleria, per raggiungere la madre che era rimasta nel capoluogo etneo. Questo non ha fermato però il Questore di Trapani ha emanare un decreto di espatrio per il quale il Giudice di Pace si è detto incompetente a trattarne l’opposizione.

E così è stata fissata per il 24 gennaio 2024 l’udienza davanti alla prima sezione civile del Tribunale di Catania per il ricorso contro l’ordinanza del Giudice di pace. Il dottor Rosario Cuprì ha ritenuto che “... non sussistono gravi motivi per sospendere l’esecuzione del provvedimento”.

Peraltro la ragazza era stata costretta dal padre a lasciare l’isola dove è nata dopo una serie di liti con la moglie e a tornare in Tunisia.

Una volta diventata maggiorenne, la giovane ha avviato l’iter per tornare in Italia e stare con la madre, che ha continuato a mandarle soldi, ma non è riuscita a ottenere i permessi. Così la donna ha deciso di pagare gli scafisti per poi arrivare nell’agosto scorso, a Pantelleria, dove è stato emesso un decreto di espulsione. La ragazza, libera di rientrare a Catania con la madre che era andata a prenderla, ha presentato ricorso, ma il giudice di pace catanese si è dichiarato incompetente per territorio ritenendola radicata a Trapani.

Contro la decisione ha depositato un atto di appello al Tribunale civile il legale della giovane, l’avvocato Giuseppe Lipera che ha affermato: “Il fatto della costrizione a lasciare l’isola è avvenuto a Catania, città dove peraltro la ragazza ha frequentato l’asilo, ha imparato a camminare e a parlare, finché, a causa di incomprensioni e liti domestiche, il padre, senza alcun preavviso, arbitrariamente è tornato in Tunisia portandola con se, all’insaputa della madre e a nulla sono valse le sue querele”.

redazione

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