Categorie: AperturaMarsalaProvinciaSaluteSanità

Di Girolamo: “Pochi posti letto e unità, l’ospedale di Marsala va potenziato e riorganizzato”

In questi giorni si parla tanto di sanità, di liste d’attesa, di mancanza di medici. Da chi ha fatto la scelta di lavorare in ospedale e sempre a tempo pieno e che è riuscito a creare insieme a tanti colleghi, un reparto di cardiologia che era diventato un punto di riferimento per i pazienti di tutta la Provincia e non solo.

Da queste considerazioni partono le riflessioni dell’ex sindaco Alberto Di Girolamo: “L’art. 32 della nostra Costituzione asserisce: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Purtroppo in Sicilia questo articolo, come tanti altri, non ha mai trovato piena attuazione e negli ultimi anni con la pandemia da Covid, la situazione è molto peggiorata. Il divario fra le regioni del centro nord e quelle del sud e fra le grandi città metropolitane della Sicilia come Palermo e Catania e le altre provincie è aumentato. Il diritto alla salute vuol dire: avere il medico di famiglia, il pediatra, gli specialisti ambulatoriali, i posti letto sufficienti per poter curare almeno il 90/95 % delle patologie nella propria provincia. Negli ospedali di Palermo o Catania ci si dovrebbe andare solo per i grandi interventi e i trapianti d’organo, non per patologie comuni. Naturalmente diritto alla salute vuol dire anche che i governi nazionali e regionali dovrebbero investire di più anche per fare più prevenzione, più screening per tutte le patologie soprattutto quelle oncologiche e ultimo, ma non ultimo per importanza, più riabilitazione”.

Il numero dei posti letto previsto, 3,7 per 1000 abitanti, che è inferiore alla media europea, dovrebbe valere da Bolzano a Marsala: “Purtroppo non è mai stato così e negli ultimi anni il divario è aumentato. Nella nostra provincia, ci dovrebbero essere intorno a 1400 p.l., ce ne sono meno della metà. All’ospedale di Marsala ce ne sono un centinaio, circa un terzo di quelli dovuti e meno di quelli che c’erano negli anni pre Covid. I tempi d’attesa per i ricoveri programmati, per gli accertamenti diagnostici e per le visite specialistiche, sono di diversi mesi o di anni, con conseguenze che possono essere anche nefaste. Tempi inaccettabili. A Marsala ma forse in tutta la provincia alcuni accertamenti diagnostici, semplici ma fondamentali, non vengono più eseguiti o sono eseguiti dopo diversi mesi, come gli esami cardiologici: ecocardiogramma, elettrocardiogramma da sforzo, elettrocardiogramma delle 24 ore, l’ecocolor doppler dei vasi arteriosi e venosi, l’esame spirometrico per i pazienti broncopatici. Esami endoscopici come esofagogastroduodenoscopia, rettocolonscopia, esami neurologici come l’elettroencefalogramma o l’elettromiografia, per non parlare di ecografie, tac, Rmc, mammografie e si potrebbe continuare. Altro che diritto alla salute” scrive il medico marsalese.

Tutto questo non avviene solo per carenza di personale medico, ma indubbiamente anche per scelte politiche e di Governo. Per quanto riguarda i posti letto non tutta la Sicilia è nelle stesse condizioni: le grandi città ne hanno forse più del dovuto e le altre molto meno, come la provincia di Trapani.

“Non è accettabile questa situazione, i cittadini dovrebbero avere gli stessi diritti. L’ospedale di Marsala che è il più nuovo della provincia, ha spazi per almeno un altro centinaio di posti letto e se fosse finito o parzialmente finito il padiglione di malattie infettive, potrebbero diventare complessivamente 250/300 – continua Di Girolamo -. Se si vuole una sanità migliore anche in questa provincia, non si possono avere così pochi posti letto nè si può mantenere l’organizzazione ospedaliera del secolo scorso. Non si possono ancora avere 5 reparti di chirurgia, di medicina, di cardiologia, di ostetricia e ginecologia, di pediatria e quasi tutti curare le stesse patologie. Nessuno potrà mai occuparsi delle malattie complesse, nonostante l’impegno dei medici. Gli ospedali della provincia debbono essere potenziati in posti letto, in personale e attrezzature, ma si debbono differenziare l’uno dall’altro. Gli ambulatori specialistici del territorio debbono avere apparecchiature per la diagnostica. Ogni ospedale dovrebbe avere una sua specializzazione e diventare punto di riferimento di tutta la provincia. L’orientamento dell’ospedale di Marsala, con la sua centralità geografica, con le sue 5/6 sale operatorie, potrebbe diventare a indirizzo oncologico. L’ospedale di Trapani ormai è a indirizzo cardiovascolare, anche se va potenziato con il ripristino del reparto di chirurgia vascolare. A troppi pazienti oncologici la diagnosi viene fatta spesso con notevole ritardo, con conseguenze estremamente negative. La terapia sia medica che chirurgica e/o radioterapica quasi sempre viene eseguita lontano da Marsala, spesso fuori provincia o fuori regione, con costi economici e psicologici non indifferenti e non sempre sopportabili. Non è accettabile tutto questo“.

Da sindaco, ho chiesto più volte ai vari assessori alla salute e ai vari direttori generali dell’Asp che si sono succeduti, più attenzione per Marsala – continua -. Adesso lo continuo a chiedere da medico. In attesa di una migliore e più radicale organizzazione ospedaliera, che dipende dal governo regionale, la dirigenza dell’Asp potrebbe iniziare da subito a creare un servizio di oncologia con ambulatori e possibilità di somministrare la chemioterapia in loco senza costringere i pazienti a girovagare per la provincia o ancora più lontano. L’ambulatorio oncologico negli anni passati era presente al Paolo Borsellino. La chirurgia senologica che è stata spostata per il Covid, potrebbe e dovrebbe ritornare nel nostro ospedale dove ci sono gli spazi, l’esperienza e altri reparti complementari, come la chirurgia plastica per la ricostruzione della mammella quando serve. Naturalmente è necessario poter fare un esame istologico estemporaneo durante gli interventi e questo vale per tutti gli altri interventi chirurgici con sospetta neoplasia, per deciderne con più accuratezza l’iter chirurgico. Circa 20/30 anni fa nel vecchio ospedale San Biagio questo accertamento già si faceva. Si dovrebbero potenziare o ripristinare i reparti che ci sono o che c’erano e riaprire molti ambulatori. Non dovrebbe esistere un reparto ospedaliero senza un ambulatorio per seguire almeno i pazienti più critici. Vale per tutti i reparti ma sicuramente non ci può essere cardiologia che non faccia ambulatorio per accertamenti diagnostici e per seguire almeno i pazienti gravi. Si dovrebbe portare a termine il padiglione di malattie infettive e nel frattempo renderlo fruibile anche parzialmente. La situazione attuale è vergognosa”.

Poi il cardiologo ed ex primo cittadino si pone delle domande: È possibile fare tutto questo, riorganizzare e potenziare? Assolutamente si, ma ci vuole lungimiranza e volontà politica, assunzione di dirigenti medici con esperienza oncologica. I deputati regionali, sia di maggioranza che di opposizione, almeno sulla sanità, dovrebbero fare rete e pretendere dal governo molti più servizi sanitari per i cittadini di questa provincia, che sono quelli che li hanno votati. I sindaci non dovrebbero fare, quando le fanno, lotte di campanile che non portano a migliorare la sanità. I cittadini marsalesi e di tutta la provincia hanno almeno gli stessi diritti degli altri e che l’articolo 32 della Costituzione italiana, venga recepito nella sua interezza anche da noi”.

redazione

Condividi