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A Custonaci “una Giunta parallela” che univa mafia, politica e imprenditoria

Nell’inchiesta denominata “Scialandro”, che sta scuotendo il mondo politico di Custonaci e del trapanese, una posizione particolarmente delicata è sicuramente quella di Carlo Guarano, vicesindaco della Giunta Morfino negli anni scorsi. A Guarano viene contestato il reato di associazione mafiosa per aver mantenuto un costante collegamento con gli associati della famiglia mafiosa di Custonaci, finalizzato – tra le altre cose – all’acquisizione e alla gestione in modo diretto o indiretto di attività economiche, al condizionamento dell’azione amministrativa comunale, al controllo del territorio, al sostegno economico agli associati detenuti e al procacciamento di voti in occasione delle competizioni elettorali.

Dalle indagini emerge che Guarano sia stato eletto alle amministrative del 2018 con il sostegno di Mario Mazzara, esponente della “famiglia” mafiosa di Custonaci. Lo stesso Mazzara, intercettato in una conversazione telefonica con Roberto Melita, risalente al 21 settembre 2021 affermava “Ancora un’altra vita ha…altri cinque anni si deve…a lui…a lui in questi cinque gli è servito di fare scuola guida…ora deve portare la macchina”.

In un’altra intercettazione del 3 aprile 2020 si trova riscontro, invece, sui rapporti che Guarano intratteneva con un altro esponente mafioso, Giuseppe Costa, con particolare riferimento alla distribuzione di buoni spesa che sono stati concordati (e poi effettivamente erogati) a favore di determinati soggetti, nonché l’interessamento di Guarano per l’assunzione di Giuseppe Costa in un cantiere lavoro del Comune di Custonaci tra settembre e dicembre del 2020.

Colpisce anche il modo sprezzante con cui Guarano fa riferimento ai giudici uccisi dalla mafia. Il 20 maggio del 2022, alla vigilia delle celebrazioni per il trentennale delle Stragi, Guarano manifesta esplicitamente il proprio fastidio: “Falcone…Borsellino…Falcone…Borsellino…porca della miseria...”, mentre il 2 settembre del 2021 invitava Giovanni Marceca – che aveva realizzato la targa per l’intitolazione dell’aula consiliare di Custonaci ad Antonino Caponnetto – a rivolgersi al defunto magistrato per farsi pagare il lavoro.

In altre intercettazioni, riferite al mese di giugno 2023, poco giorni dopo l’esito elettorale che ha visto sconfitto la sua coalizione (guidata dal candidato sindaco Enzo Monteleone), Guarano fa riferimento alla programmazione di alcuni danneggiamenti di veicoli proprietà dell’amministrazione comunale, nonché di un gommone appartenente a un soggetto che appoggiava il nuovo sindaco, Fabrizio Fonte.

Nel complesso, le indagini fanno riferimento a una sorta di “Giunta parallela” a Custonaci composta da associati mafiosi, politici e imprenditori in grado di condizionare l’attività amministrativa locale, permeata dall’interferenza mafiosa e diventata strumento di controllo del territorio e dell’economia locale.

Seppur indagato, l’ex sindaco Morfino appare in una posizione più defilata rispetto a Guarano in quanto, secondo il Tribunale, “non sembra possa ritenersi che abbia effettivamente fornito un contributo causale per il raggiungimento delle finalità tipiche dell’associazione mafiosa” e che i canali che Mario Mazzara e i suoi sodali avrebbero utilizzato per influenzare l’attività amministrativa al Comune di Custonaci non conducessero al sindaco Morfino, ma agli assessori Irene Marceca (in prima istanza) e Carlo Guarano (poi diventato vicesindaco).

Vincenzo Figlioli

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