La qualità dell’aria in Sicilia migliora anche se, in alcune zone, gli agglomerati urbani e industriali, a volte si superano i valori limite. E’ quanto scrive l’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che ha diffuso un report sulla base del monitoraggio effettuato nel 2022.
Lo sforamento dei valori di riferimento, ad esempio per il biossido di azoto, avviene a Palermo e Catania a causa dei processi di combustione collegati al traffico auto, alle centrali termoelettriche, al riscaldamento e ai processi produttivi.
Ma la tendenza è in diminuzione nel corso degli ultimi dieci anni. Per quanto riguarda il PM10, le polveri sottili (prodotte, tra l’altro, dalle auto con motore a scoppio) in nessuna stazione si supera il valore limite come concentrazione media annua. “Il trend nel periodo 2012-2022 evidenzia un andamento generalmente decrescente delle concentrazioni annue di PM10″ scrive l’Arpa.
A monitorare la qualità dell’aria sono 60 postazioni fisse distribuite dall’Agenzia per l”ambiente in tutta la Sicilia. Di queste, 53 fanno riferimento al programma regionale di valutazione della qualità dell’aria, 7 ne sono escluse e 5 sono laboratori mobili. La concentrazione media annua di benzene rimane sotto la sogna di guardia in tutta l’Isola con eccezione della stazione Augusta Marcellino (media annua di 7µg/mü ) che però non rientra nel Programma di valutazione regionale.
“Diverse stazioni dell’Area ad elevato rischio di crisi ambientale di Siracusa hanno inoltre rilevato concentrazioni orarie di benzene maggiori di 20µg/mü, individuata come soglia di riferimento”, dice Anna Maria Abita, direttrice dell’Unità operativa complessa qualità dell’aria dell’Arpa.
I dati relativi anche alla Provincia di Trapani si possono leggere anche qui: