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La Misilla che non ti aspetti, la nostalgia di Vito Genna

Da neo pensionato ho ricominciato a frequentare il mio borgo, dove ho vissuto la mia infanzia e adolescenza, contrada Misilla, zona nord di Marsala. Se penso com’era la contrada negli anni 70-80 e com’è adesso viene l’ansia, non si vedono più i giovani, tanto meno esercizi commerciali ne luoghi di ritrovo. Provate ad immaginare quanta vita vissuta e quante attività c’erano, in meno di 200 metri, dalla scuola ora segreteria al primo rifornimento chiuso. Parto con ‘a zì Raffina, adiacente la scuola, vendeva di tutto e di più. La mia scuola elementare con tutte le urla dei bimbi, ora adibita a segreteria.

Di fianco c’era e c’è ancora la villa dei spillacchi, (ancora esistente) prima di esserci le case al mare i più benestanti avevano le ville nelle borgate, questa era ed è la più bella di Misilla. Quasi di fronte, un altro generi alimentari, le sorelle Costantino credo. Poi il solito e storico tabacchino, subito dopo quasi vicino l’incrocio, c’era il primo bar du zì Ciccio, ritrovo di tutti fino a tarda ora, poi diventata macelleria du zì Cimune.

Qualche anno dopo, dietro la macelleria, nasce Radio Marsala Popolare dove noi giovani sperimentavano programmi di vario genere con dediche e quant’altro. Come dimenticarlo, di fronte al bar u zì Mario falegname, personaggio di spicco della contrada, tutti dovevano farsi una partita a carte con lui passando di lì. Siamo arrivati all’incrocio, il circolo ricreativo cambiava spesso sede ma era sempre nei dintorni, scala 50 e Chiama Tre, i giochi più gettonati. Di fianco u zì Nino u scarparu, ovviamente parlo di un periodo pre invasione cinese, dove le scarpe conveniva ripararle.

Altro negozietto di generi alimentari, ‘a zì Pina, dove c’era il telefono a gettoni, utilizzato da tutta la contrada, si chiamava o si riceveva la chiamata da li, ricordo che era l’unico modo per aver notizie di mio zio emigrato in Svizzera. Poi mio papà, Asparino Genna, lui passava dal fare il tassista, vendere moto, il fabbro o vendere gelati, di tutto di più. Dall’altra parte della strada u zì Giovannino Frugali, la nascita della Americaf torrefazione del caffè e subito dopo ‘a zì Annita, generi alimentari. Per non farci mancare niente un altro firraru più avanti a sinistra che non ricordo il nome. Di seguito altro generi alimentari, ‘a zì Amelia mamma di Enza Vultaggio, “putia” tenuta più di 50 anni, dove ora c’è il negozio di spedizioni.

Qualche decina di metri più avanti dopo il distributore altro generi alimentari di Culicchia. Da notare 5 “putie” di alimentari in meno di 200 metri. Tutta la strada principale, piena di attività commerciali dove c’era vita ,annualmente grazie al comitato, si faceva la festa Misiddra, conosciuta in tutta la provincia, venivano cantanti pressocché famosi che si esibivano nel grande palco montato nel campo di Calcio. Pure il campo era un attrazione di rilievo, i campionati notturni di Misilla richiamavano spettatori da ogni dove, tutta la zona illuminata con le bancarelle, dove non poteva mancare la simenza.

Per concludere, non è da me rimpiangere il passato, non so cosa sia successo, le contrade che ci circondano, sono più vive rispetto agli anni passati, tranne noi. Provate ad andare in giro per la contrada, un pomeriggio qualsiasi, anche di domenica, non ci sono giovani, non c’è vita, il nulla assoluto. Ora però qualcosa deve cambiare, vogliamo ritrovare l’identità di una volta, presto si costituirà un comitato per ripristinare le nostre abitudini di una volta e cercare di far rivivere il nostro borgo.

Vito Genna

redazione

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