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Scontro Ryanair-Governo, la compagnia: “Decreto controllo prezzi illegale”

 I manager degli aeroporti siciliani guardano con preoccupazione all’inasprirsi dello scontro fra la compagnia low cost irlandese Ryanair e i governi nazionale e regionale. In ballo c’è quasi la metà del traffico aereo da e per la Sicilia, fra 9 e 10 milioni di passeggeri sui quasi 20 milioni che ogni anno passano per i sei scali dell’Isola, buona parte a Catania e Palermo.

 Il vettore low cost irlandese – prima compagnia in Italia, nel 2022 ha totalizzato 45,7 milioni di passeggeri, pari a un terzo del totale – contesta l’intervento statale chiedendo un passo indietro in nome della concorrenza e del libero mercato. Nel frattempo dalla scorsa settimana Ryanair ha annunciato la riduzione di circa il 10% dei voli da e per la Sardegna e la Sicilia, due delle aree più interessate dal caro voli.

Oggi ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso tornerà a riunire al Mimit il tavolo permanente sul caro voli. Da giorni il ministro, che ha avviato un confronto con il settore, ripete: “L’Italia è un paese sovrano, non si fa ricattare da nessuno”. Mentre il vice premier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini oggi ha aggiunto: “Sulle scelte si può ragionare, gli insulti e i ricatti non sono accettabili”.

Ieri Ryanair ha chiesto nuovamente ad Urso di ritirare quello che definisce il “decreto illegale” sul controllo dei prezzi, “di cui né il ministro né il suo Ministero sono in grado di spiegare il funzionamento” con la motivazione che “viola il Regolamento UE 1008/2008 sui servizi aerei”.

Un testo che, specifica la compagnia, ha concesso la “libertà di fissare i prezzi” e che negli ultimi anni “ha permesso di abbassare le tariffe e di ottenere un’incredibile crescita del traffico in Italia”. Ieri il patron Michael O’Leary ha tuonato: “Il  decreto prezzi è basato su dati spazzatura, è stupido e idiota, ridurrà i voli aumentando le tariffe”.

redazione

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