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Il Fossato Punico, area in totale abbandono dietro l’ex carcere di Marsala. La storia

Si ritorna a parlare del Fossato Punico, inteso non come quello ‘tradizionale’ dove ultimamente sono stati potati gli alberi – grazie l’iniziativa privata degli Scout a cui è stata affidata la gestione di Villa Gaia – ma della sua ideale prosecuzione, ovvero nella parte retrostante lo storico castello che fu sede dell’ex carcere.

In pratica è quella parte di Fossato che congiunge la via Amendola con Porticella. Per tantissimi anni si è detto che in quella zona non si poteva intervenire in quanto si trattava di un’area alle spalle dell’ex penitenziario marsalese, tant’è che all’ingresso della via Amendola, vicino al semaforo, è stato transennato con sbarre di ferro visibili dal marciapiede sottostante.

Su interessamento – prima da consigliere comunale e poi da assessore della Giunta Grillo – di Arturo Galfano, questi propose un progetto che ripristinasse un camminamento che congiungesse, magari delimitato da panchine e aiuole, la via Amendola con Piazza Marconi. In pratica si doveva trattare di una parallela della via Pascasino naturalmente con una funzione più culturale e storica. Proprio lì, peraltro, si trovano le Fortificazioni puniche di vicolo Infermeria.

In questo settore di Lilibeo, esplorato tra il 1985 e il 1987, si trova una testimonianza delle fortificazioni particolarmente importante in quanto ricade tra il limite dell’antico abitato e il lato interno del fossato. Lo scavo ha fornito l’evidenza della sequenza diacronica di tre emergenze archeologiche di grande impatto architettonico e ambientale: il fossato, una cortina muraria in grossi blocchi a singolo paramento impostata sul ciglio interno del fossato che costituiva la più antica linea difensiva della città e una poderosa struttura muraria a doppia cortina, arretrata di 27 m. rispetto alla prima, con una torre quadrangolare aggettante, larga circa 14 m.

Dopo un lungo periodo di abbandono, ascrivibile al periodo tardo imperiale e altomedievale, l’area fu rioccupata nel corso del XII-XIII, prima con funzione difensiva, per un probabile rinnovato utilizzo del fossato, e in seguito con funzione abitativa, quando la città si estese fino ad occupare anche lo spazio disponibile tra le mura ed il fossato. Poi, evidentemente, è tornato ad essere oggetto di degrado.

L’Amministrazione comunale precedente, su input dello stesso Galfano, si era interessata dell’area tant’è che aveva acquistato l’antica Porticella che non è mai stata sistemata. Il Fossato coinvolge i beni culturali e molto probabilmente il Ministero di Grazia e Giustizia proprietario del precedente carcere che proprio sul luogo, come si è detto, ha le sue fondamenta. Adesso si ritorna a parlarne perchè – per il vero già da tempo – gli abitanti della zona ne chiedono la totale pulizia.

Il fossato infatti è infestato da erbacce, gli alberi sono completamente incolti, i rami secchi sono ovunque, ci sono rifiuti gettati lì che si stanno deteriorando, cattivi odori e insetti. Per non parlare, ci dicono, dei grossi topi. Va anche considerato che molte case e palazzi si affacciano proprio sul Fossato e non è un bel vedere. E’ chiaro che ci deve essere la volontà e l’individuazione dei fondi per riqualificare la zona o rimarrà in stato di abbandono.

redazione

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  • Recentemente abbiamo avuto in visita a Marsala il critico d'arte Vittorio Sgarbi e a qualche sito di notevole importanza storico/culturale è stato restituito un certo decoro per l'occasione. Mi chiedo, l'unica speranza, affinché,al degrado vengano sostituiti decoro e pulizia , è quella di invitare spesso ,in visita,qualche "illustre" visto che l'amministrazione comunale non riesce a pianificare e programmare un calendario di riordino e pulizia costante e duraturo dei siti archeologici e culturali , e NON SOLO, della città?

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