Categorie: LettereMarsala

Efficienza dove sei? Un lettore racconta l’esperienza all’ospedale di Marsala

Un altro lettore ci scrive sulla situazione, difficile, che ogni giorno vive l’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala.

Mi sono recato all’ospedale Paolo Borsellino della mia città, e con questo caldo e l’età non è cosa buona e giusta, ma nel momento del bisogno, qualsiasi ostacolo che si presenta deve essere superato, volente o nolente. Appena arrivato mi colpisce l’assenza di quella dolce frescura che accarezza non solo il fisico ma anche la mente. Devo sbrigare solo due cosette, ripeto due cosette. La prima la sbrigo in un battibaleno; l’asino casca nella seconda cosetta. Ho bisogno di salire in reparto e anche qui noto la totale assenza dell’aria condizionata con grande disagio di chi lavora ed anche di chi, per sua sfortuna, deve essere ricoverato in corsia.

Al mio arrivo già vedo in attesa una signora che aspetta da quasi un’oretta, una coppia di miei coetanei provenienti da Trapani ed ancora un altro signore anche lui proveniente da Trapani. Abbiamo bisogno tutti e tre della stessa cosa e nel giro di un’altra mezz’ora il problema è risolto. Quello che mi colpisce in questa vicenda è la mancanza di riguardo dei vertici della sanità regionale e provinciale verso tutti gli addetti e verso qualsiasi loro responsabilità nel trovarsi a lavorare in queste condizioni. L’apice della ‘goduria’ la raggiungo quando mi consegnano il mio piano terapeutico.

Ascoltate bene ora: era compilato a mano e non come si usa nel 2023 affidandosi alle nuove tecnologie telematiche. E penso alla coppia e al signore che devono fare la spola Trapani/Marsala già da ben cinque anni. Chi ha la responsabilità della tutela della salute dei suoi cittadini, forse, non è a conoscenza di tale situazione e mi sorge un ragionevole dubbio: sarà così? Un bacino di più di centomila abitanti e un nosocomio funzionante al 30/40 % delle sue potenzialità la dice lunga sull’attenzione che hanno verso i cittadini, costretti l’oro malgrado, a “sopportare” queste angherie, perché sono tali e non vedo altri aggettivi.

Ignazio Montalto

redazione

Condividi