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Danio Migliore, l’artista marsalese dell’’origine’ in mostra ad Alcamo. L’intervista

Il MACA, Museo d’Arte Contemporanea di Alcamo, ospita fino al 20 agosto prossimo, la mostra personale dell’artista marsalese Danio Migliore dal titolo “L’origine ama nascondersi”, a cura di Gianna Panicola e con la collaborazione del Comune di Alcamo. Migliore, che vive e lavora a Milano, prosegue dal 2010 una ricerca poetico-pittorica sulle forme archetipe e da cui ha tratto un libro. 

Lorigine ama nascondersi” è il titolo della tua mostra al Maca di Alcamo, una ricerca poetico-pittorica sulle forme archetipe di cui hai scritto anche un libro. Ma cos’è ‘origine di tutto’ per Danio Migliore?

L’Origine di tutto è qualcosa di indefinito, di informe, ma che dà forma alle cose e noi possiamo percepirne solo gli effetti manifesti. “L’Origine ama nascondersi” è una citazione del filosofo Eraclito, che ho scelto di usare come titolo per la mia mostra, perché molto poetico e sintetizza la mia ricerca. Mi piace immaginare l’origine delle cose nascondersi dietro un fitto fogliame; non a caso le foglie sono elementi ricorrenti nei miei quadri.

Per questa mostra e non solo, hai approfondito uno specifico studio sullaspetto genetico. Ce ne parli?

L’aspetto “genetico” presente nella mia ricerca, riguarda l’archetipo, una forza plastica generatrice di forme; basta guardare la natura ed il suo rigenerarsi. L’Origine di tutto, ad esempio, è un archetipo, ma in scala più grande. Bisogna tornare a guardare la natura e ristabilire un dialogo con essa; può darci molti consigli utili, sia per l’arte che per la scienza, per affrontare i problemi di oggi.

La tua ricerca filosofica e spirituale dell’arte ti hanno portato a distinguere un soggetto che dipinge ed un artista. L’ispirazione è il perno di tutto. Qual è la tua?

L’ispirazione è qualcosa di settecentesco. La mia è più che altro una costante esigenza creativa. Penso che l’artista debba essere un po’ “shamano”, cioè capace di cogliere dei flussi invisibili che necessitano di manifestarsi e farsi loro interprete; dare forma all’invisibile. Una fonte di ispirazione è senza dubbio la natura, con la sua inesauribile forza generatrice. 

Nelle tue opere c’è tanto simbolismo ma anche i tratti chiari della natura. Mi viene in mente un passo contenuto in “Attraverso i confini del tempo e dello spazio. Saggio sulle forme archetipe” che hai scritto, ovvero il viaggio compiuto da Goethe in Sicilia e lUrpflanze, quella che per lo scrittore era la pianta originaria” trovata proprio sull’isola alla fine del 1700.

Goethe ricercava la Pianta Originaria (Urpflanze) e la “trovò” durante il suo viaggio in Sicilia. Da artista ed attento osservatore della natura quale egli era, disse che l’arte “non deve imitare la natura, ma il fare della natura”, cioè cogliere la natura nel suo divenire. Il pensiero dinamico e la straordinaria capacità di sintesi del poeta e viaggiatore tedesco, sono stati per me importante oggetto di studio e di ricerca.

Quando una mostra nella tua città, Marsala?

Ho esposto in diversi luoghi, ottenendo il giusto riconoscimento e laddove mi è stato proposto, ad esempio: a Zurigo, col patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura, mostra curata da Teresa Lucia Cicciarella; di recente nella storica Libreria Bocca in Galleria Vittorio Emanuele II, a Milano, mostra curata da Vera Agosti. Ho una mostra in corso, fino al 20 agosto, al Museo d’arte contemporanea di Alcamo, curata da Gianna Panicola, con pubblicazione del catalogo. A Marsala? Prossimamente.

redazione

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