Ulteriore riconoscimento alla memoria del “prefetto del popolo”. Questa mattina a Marsala, si è tenuta la cerimonia di intitolazione a Fulvio Sodano del centro “I Giusti di Sicilia”. I locali della struttura rappresentano un caso di riutilizzo ai fini sociali di un bene confiscato alla criminalità organizzata, sulla scia di quanto disposto dalla legge Rognoni-La Torre, che per Sodano fu un’autentica stella polare nei suoi anni trapanesi, quando utilizzò tutti gli strumenti a sua disposizione per difendere le sorti della Calcestruzzi Ericina. Quella battaglia, com’è noto, mise il prefetto in contrapposizione con l’ex sottosegretario agli Interni, Antonio D’Alì, che si impegnò per il suo trasferimento da Trapani. A distanza di vent’anni da quella vicenda, Sodano non è più considerato un alieno da isolare, ma un esempio di rigore istituzionale, come hanno sottolineato i vari rappresentanti istituzionali intervenuti stamattina alla cerimonia a cui hanno presenziato anche la moglie e il figlio del prefetto, una rappresentanza della Libera Calcestruzzi Ericina, i deputati regionali del territorio e alcuni sindaci del territorio. Nessuno, invece, ha avuto voglia di citare il nome dell’ex senatore D’Alì, dallo scorso dicembre al carcere di Opera dopo che la Cassazione ha confermato la sua condanna a sei anni di detenzione per concorso esterno in associazione mafiosa.
In apertura, il sindaco Massimo Grillo ha sottolineato l’integrità morale con cui Sodano “ha preservato i valori fondanti della Repubblica e della Costituzione”, in un momento storico in cui “opporsi e resistere a certi poteri significava andare incontro all’isolamento”. Don Francesco Fiorino, direttore dell’Opera Monsignore Di Leo, che gestisce “I Giusti di Sicilia” ha espresso gratitudine al “prefetto del popolo”, sollecitando una riflessione su cosa significhi adesso “essere fedeli alla Repubblica” e su come si possa proseguire il lavoro di Sodano. In tal senso, Fiorino ha invitato i Comuni a scongiurare il rischio di abbandono e degrado dei beni confiscati, prevedendo appositi capitoli di spesa nei bilanci comunali e verificano la possibilità di accedere ai fondi del Pnrr per l’utilizzo e la manutenzione di questi beni. Una sollecitazione accolta dal presidente dell’Agenzia dei Beni Confiscati, Bruno Corda, che sottolineato il valore simbolico di un sistema che dimostri come la vita di un bene restituito alla legalità possa essere migliore rispetto al tempo in cui era utilizzato per finalità criminali, mentre il ministro Piantedosi ha affermato che il governo ha voluto potenziare l’organico dell’Agenzia, riservando parole di encomio alla memoria del prefetto Sodano per il suo impegno in questa direzione, in un momento storico particolarmente difficile. Infine, il Vescovo della Diocesi di Mazara, Angelo Giurdanella, ha invitato la comunità a uno scatto d’orgoglio contro il malaffare, prima di procedere alla benedizione dell’immobile.