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Una sanatoria nuova di zecca

Ogni giorno percorro la Sp84 che congiunge il centro di Marsala con la zona dei lidi. Ogni giorno mi ritrovo a pensare ai frangiflutti che hanno sciaguratamente modificato il corso delle correnti, al Fortino che si è trasformato in una sorta di scoglio da cui tanti giovani si alternano per sfidarsi a chi si tuffa più lontano. E poi penso alle case abusive, che hanno devastato le dune di un tempo, trasformando alcuni tratti del vecchio litorale in una sorta di labirinto in cui trovare un accesso al mare aperto è diventato un lusso. Tra cemento ed erosione costiera resta un lungo fazzoletto sabbioso, con poche spiagge libere e i lidi costretti a stipare ombrelloni e lettini come sardine.

La vicenda marsalese non è certo isolata e trova tante analogie con altre località marittime dell’isola. Anche per questo, di fronte alle evidenze che si pongono ai nostri occhi, ogni anno penso che forse sarà la volta buona che un politico siciliano si sveglierà con un progetto di riqualificazione e salvaguardia di quel che resta della nostra fascia costiera, restituendo un’ipotesi di futuro a un territorio che intorno al mare potrebbe costruire le proprie fortune. E invece mi ritrovo ancora una volta a leggere proposte che vanno in tutt’altra direzione: degno erede dei vari Bartolo Pellegrino e Paolo Ruggirello, il deputato regionale Giorgio Assenza (Fratelli d’Italia) ha presentato un emendamento alla riforma urbanistica in discussione alla Commissione Ambiente che mira a rendere sanabili le case costruite entro i 150 metri dalla battigia, tra il 1976 e il 1985. Lo stesso capogruppo dei meloniani all’Ars ha spiegato che l’approvazione di quest’emendamento “permetterebbe di salvare decine di migliaia, forse centinaia di migliaia di case”. Poco importa se, in questi anni, alcune case sono state demolite alla luce della loro insanabilità e ai proprietari è stato spiegato che, prima o poi, sarebbe toccato a tutti. Ma potrebbe non essere così, in barba a tutta una serie di principi giuridici su cui ogni comunità dovrebbe fondarsi.

Evidentemente, la prevedibile gratitudine elettorale delle famiglie che hanno una casa abusiva a Punta Braccetto, Agrigento, Palermo, Triscina o Marsala, fa ancora gola alla politica e viene prima di ogni cosa. Per quanto riguarda le soluzioni contro l’erosione costiera, invece, torna alla mente quanto diceva Gaber a proposito della rivoluzione: “oggi no, domani forse, dopodomani sicuramente”.

Vincenzo Figlioli

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  • Se vuoi una costa costiera totalmente libera dal cemento (abusivi) comprati tutta la fascia costiera dei 150 metri e oltre e una volta comprata né diventi proprietario e ci fai andare chi vuoi tu. Comprale le cose e se poi te li scippano saranno problemi tuoi.

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