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Pestaggio a Marsala, parla il legale del giovane arrestato

Pietro Marino: “Dimostreremo che si è trattato di un equivoco”

Resta in carcere il 18enne che nella notte tra il 14 e il 15 giugno scorsi, assieme ad un minorenne, ha pestato a sangue un giovane mentre stava comprando le sigarette in un distributore automatico sulla Statale 115 nella parte sud di Marsala.

Il ragazzo dovrà rispondere di rapina pluriaggravata e tentate lesioni. Per l’altro ragazzo, il minorenne, invece si procederà in separata sede, con la relativa denuncia presentata al Tribunale dei Minorenni.


I due giovani, come si ricorderà, hanno preso a calci e pugni un ragazzo di 32 anni, disabile dalla nascita, Per alcuni minuti il tutto è stato ripreso dalla vicina telecamera di videosorveglianza, e le immagini hanno fatto il giro d’Italia, pubblicate sui social e trasmesse anche da emittenti di livello nazionale.

Abbiamo rintracciato il difensore del giovane che si trova ad oggi detenuto.
“Secondo quanto ricostruito in sede difensiva- ci ha detto l’avvocato Piero Marino del Foro di Marsala che ha assunto la difesa del giovane arrestato -, la sorella del mio assistito era stata infastidita da un soggetto che aveva addirittura creato un profilo falso su Facebook.

Il giovane e questo signore proprio perché il ragazzo voleva che questi atteggiamenti nei confronti della sorella avessero termine, si erano dati appuntamento al tabacchino di contrada Cuore di Gesù. L’uomo con il quale doveva avere l’incontro aveva dato come elemento distintivo una Fiat Punto bianca che aveva un faro rotto. Fatalità vuole che arrivati lì i ragazzi trovavano una macchina identica.

Si renderanno conto solo dopo che non si trattava della persona che dovevano incontrare. La finalità dell’incontro non era quello di mettere a segno una rapina e appena saremo chiamati in udienza dimostreremo che la stessa non può essere contestata al mio cliente”.

Il profilo Facebook, afferma l’avvocato Marino, è intestato al genitore del ragazzo attualmente in carcere, “… per questo è molto improbabile per non dire impossibile che ad importunare la sorella fosse il genitore. Si tratta di un profilo creato con false generalità”.

Gaspare De Blasi

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  • L'avvocato è confuso infatti la discussione ha inizio da subito con calci e pugni senza dare la possibilità a quell'innocente di capire cosa stesse succedendo. La brutalità e la ferocia con cui hanno reagito, senza nemmeno preoccuparsi delle conseguenze che avrebbe potuto avere quel ragazzo, non va assolutamente giustificata. Difendendoli, l'avvocato dimostrerà solo di mancare di rispetto all'intera comunità.

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