L’Ospedale Giglio era gestito da una Fondazione a cui avevano aderito un socio privato, ossia l’Istituto San Raffaele di Milano ed alcuni soci pubblici, ossia l’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, il Comune di Cefalù, l’ARNAS Civico, l’Azienda Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello di Palermo.
A partire dal 2013, però, l’Istituto San Raffaele, socio privato, decise di recedere dalla Fondazione, che pertanto proseguiva la sua attività con i soli soci pubblici.
Agli ex assessori e ai dirigenti si contestava, in particolare, una duplicazione della spesa necessaria per il pagamento delle retribuzioni spettanti al personale dipendente dell’ASP che aveva prestato in servizio presso l’Ospedale Giglio in posizione di comando, sia l’avere proseguito l’attività della Fondazione dopo il recesso del socio privato.
A dire della Procura, infatti, doveva essere qualificata come illegittima la prosecuzione dell’attività della Fondazione Giglio con i soli soci pubblici.
Sulla scorta di tale premessa, la Procura ha contestato, in particolare, all’onorevole Gucciardi ben 1.794.485,25 per le retribuzioni versate in favore dei dipendenti in posizione di comando da altre aziende sanitarie, nonché l’ulteriore somma di 97.286,74 euro come quota dei compensi corrisposti in favore dei componenti del Consiglio di Amministrazione della Fondazione nel periodo in cui Gucciardi aveva ricoperto la carica di assessore.
In primo grado, la Corte dei Conti aveva condannato ex assessori e dirigenti a pagare 381 mila euro. I giudici d’appello, tuttavia, hanno ribaltato l’esito del procedimento di primo grado ritenendo che la disposizione che autorizzava la costituzione delle Fondazioni tra enti pubblici non era affatto univoca nel precludere la costituzione di fondazioni con soli soci pubblici ed in assenza di un socio privato. Inoltre, il Giudice d’appello ha dato rilievo alla circostanza che l’intera gestione della Fondazione Giglio era stata sempre esplicitamente autorizzata dal Ministero della salute attraverso dei tavoli ministeriali periodici ai quali avevano preso parte sia funzionari del Ministero, sia i dirigenti generali dell’Amministrazione regionale.
I giudici d’Appello hanno poi disposto il risarcimento delle spese legali sostenute dai convenuti (circa 5 mila euro).
Il collegio difensivo di Baldo Gucciardi era composto dagli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, mentre Massimiliano Mangano difendeva l’ingegnere Mario La Rocca, Domenico Pitruzzella era il legale dell’ex dirigente Salvatore Sammartano, Giacomo Gargano dell’ex assessore Ruggero Razza), Francesco Stallone dell’ex assessora Lucia Borsellino.