ROMA (ITALPRESS) – “Questo governo non intende voltarsi dall’altra parte, ma vuole affrontare il problema” della droga: “è finita la stagione dell’indifferenza e del disinteresse, il messaggio che vogliamo lanciare è che lo Stato intende fare la sua parte per combattere un fenomeno che è fuori controllo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, all’incontro organizzato dal dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio in occasione della Giornata Mondiale contro le droghe, nell’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera.
“In passato c’è stata soprattutto indifferenza, si è preferito tenere i riflettori spenti sulla droga e sul fenomeno crescente delle dipendenze patologiche”, di cui “sembriamo accorgerci solo quando arriva una tragedia”. Il consumo di droga “è stato banalizzato”, se non “addirittura propagandato”: è come se considerassimo la droga alla stregua di una calamità inevitabile, ma è un atteggiamento ipocrita. Quello che accade continuamente non è inevitabile, nè imprevedibile”, sottolinea la premier, che nel corso del suo intervento è stata contestata dal deputato di +Europa, Riccardo Magi, che ha esposto un cartello con la scritta ‘Cannabis: se non ci pensa lo Stato ci pensa la mafià”.
“Dovete accettare che c’è un altro governo eletto dagli italiani, per fare esattamente quello che stiamo facendo”, risponde a Magi. “La droga fa male sempre e comunque” e “le droghe fanno male tutte: non riesco a capire come si faccia a considerare libertà qualcosa che ti rende schiavo”, ribadisce la premier. “Vogliamo rimettere al centro le persone, ascoltando i loro bisogni con un approccio multidimensionale e multidisciplinare”, conclude.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Politiche antidroga, Alfredo Mantovano, spiega che l’obiettivo è “superare il silenzio e l’indifferenza: il primo passo è la corretta informazione, quindi la consapevolezza del fenomeno” della dipendenza dalla droga. “Nel 2022, 4,9 milioni di persone hanno fatto uso di almeno una sostanza stupefacente: è il 10% della popolazione italiana”, con un aumento del consumo tra gli studenti. “Intendiamo ampliare le competenze del dipartimento delle politiche antidroga a ogni tipo di dipendenze” e “vanno conferite autonomia e consistenza alle risorse che sono dedicate al settore, con l’istituzione di un fondo nazionale per le dipendenze patologiche”. Inoltre bisogna “porre al centro del dibattito la questione fondamentale, che non è la sostanza, ma la persona” e “vanno definite linee guida col ministero della Salute” sul trattamento della dipendenza per evitare differenze a seconda dei territori: “il filo conduttore deve essere la collaborazione tra le istituzioni sul territorio”, ma “la sfida cruciale è quella educativa”.
Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, sottolinea l’importanza di “un impegno sempre maggiore sulla prevenzione”, attraverso “campagne di sensibilizzazione nelle scuole e per le famiglie” sui “danni provocati dalle droghe” e “sulle conseguenze che derivano dal consumo delle nuove droghe sintetiche”, perchè “le droghe minano le fondamenta della società, delle famiglie e delle relazioni umane e purtroppo tendono a colpire anche fasce molto giovani della popolazione”, dice, ringraziando poi “le tante persone del settore pubblico, dell’associazionismo e del volontariato che sostengono e assistono ogni giorno le persone tossicodipendenti”. Secondo la relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell’Interno, ricorda Fontana, “dal 1973 più di 26mila persone hanno perso la vita a causa degli stupefacenti: si tratta di un numero molto elevato e inaccettabile”. Il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, aggiunge che legalizzare le droghe leggere “è una scelta sbagliata: dobbiamo andare nella direzione del recupero e dell’informazione” sui rischi del consumo di droga, ringraziando poi “coloro che sono in prima linea, le comunità e il volontariato, che aiutano a riprendere un percorso verso la vita”.
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