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Tennis: fin dove può arrivare la Next Gen degli italiani?

Gli Internazionali BNL d’Italia, l’ultimo torneo su terra rossa che è stato possibile giocare nell’ambito della stagione regolare di tennis, hanno restituito un’amara sentenza: nessun italiano, della folta schiera degli azzurri presenti in gara, è riuscito a raggiungere i quarti di finale, nonostante un tifo sfrenato e un quantitativo enorme di sostenitori in ogni gara. Per alcuni italiani, come Jannik Sinner, le sconfitte sono stati cocenti e inaspettate. Basti pensare che, il settore italiano del gioco è uno dei più controllati nel nostro paese, ovunque era stato possibile vedere l’altoatesino favorito con quote irrisorie, contro l’argentino Cerundolo che, invece, l’ha battuto in tre set con il risultato di 2-1 in rimonta.

Stessa sorte è toccata a Lorenzo Musetti, che non è riuscito ad andare oltre la sconfitta con doppio 7-5 contro uno Tsitsipas assolutamente battibile. Con Berrettini infortunato che non ha preso parte al torneo, anche quest’anno Roma deve accontentarsi dello spettacolo che sarà regalato da altri giocatori; i dubbi, però, sono consequenziali: fin dove può arrivare la Next Gen degli italiani e fin dove possono spingersi tennisti che hanno dimostrato di avere alcuni limiti che appaiono insanabili?

Il 2023 di Sinner e i passi falsi dell’altoatesino

Bisogna partire da una considerazione: rispetto al passato, le aspettative degli italiani sono cresciute in maniera incredibile, dal momento che se prima raggiungere la seconda settimana di un 1000 o di uno Slam appariva utopia, oggi gli italiani hanno dimostrato di poter rendere molto meglio rispetto agli anni trascorsi. Tuttavia, è proprio con il più scintillante dei campioni, Jannik Sinner, che si palesano delle ritorsioni: ma per quale motivo? Sinner è uno dei primi giocatori nella race del 2023, grazie ad un torneo vinto a Montpellier e a risultati straordinari che sono stati raggiunti in altre competizioni.

Su terra rossa, l’italiano ha ottenuto già più punti rispetto alla scorsa stagione, con il Roland Garros che manca; quello che viene recriminato a Sinner è una certa staticità in alcuni match che potrebbero essere cambiati attraverso un nuovo approccio alla gara. Le sconfitte cocenti contro Rune e Cerundolo hanno un fattor comune: campo appesantito dalla pioggia. L’italiano, dai colpi potentissimi spesso in grado di spiazzare l’avversario, non è riuscito in nessuno dei due casi a scardinare le difese avversarie, con la pallina che viaggia – inevitabilmente – con una velocità minore su terra rossa, soprattutto a seguito della pioggia. C’è da dire che neanche Alcaraz ha brillato a Roma e questa poteva essere l’occasione per andare avanti nel torneo, per un Sinner che si sarebbe ritrovato contro avversari mai irresistibili. Chissà che il futuro non porti una consapevolezza maggiore e una più costante variazione nello schema tattico di una partita.

I limiti di Musetti e Berrettini

Con Musetti e Berrettini bisogna fare un discorso differente: in attesa della stagione sull’erba, che potrebbe portare Berrettini a recuperare diversi punti al Wimbledon (dopo il 2022 in cui non ha partecipato a causa del Coronavirus in un torneo che non avrebbe comunque assegnato punti), c’è da sottolineare l’amara sentenza di quei problemi continui di infortunio per il campione romano che, ad un certo punto della sua carriera, sembrava inarrestabile. Berrettini ha sempre mostrato evidenti limiti sul lato del rovescio, ma in molte realtà ha saputo ben sopperire attraverso una prima di servizio devastante, accompagnata a dritto potente e ottimo gioco a rete. Ci sarebbe, per quanto riguarda il suo gioco, da recuperare la condizione soprattutto per quanto riguarda gli addominali.

Per Musetti, paga ancora una strategia sbagliata, che vede il giocatore approcciare ai match spesso in maniera arrendevole, basandosi su colpi spettacolari ma poco avanzamento: i problemi del giocatore, che brilla su terra rossa e stenta negli altri tornei, appaiono più tattici e mentali che non fisici e tecnici. Un vero peccato, considerato che si tratta il più talentuoso di tutta la Next Gen italiana, ma rischia di diventare un futuro “what if?”.

redazione

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