Le monete digitali hanno sicuramente cambiato l’ecosistema finanziario mondiale per via del loro successo. Sempre più persone nel mondo sono possessori di criptovalute e NFT, perché sono un mondo in crescita esponenziale, con ampi margini di profitto per gli investitori che sanno come muoversi. C’è chi effettivamente ha sfruttato questa ondata di novità per fare degli investimenti nel settore un vero e proprio lavoro remunerativo, che però spesso trae in inganno, poiché quello delle criptovalute è un mercato con un’alta volatilità, nella quale cioè, il capitale è sempre a rischio e dove potrebbero capitare perdite.
Il mercato delle cripto è sotto molti punti di vista succulento, soprattutto per chi sa come muoversi negli investimenti e sa cosa fare per trarne profitto, e visto l’ascesa negli ultimi anni del fenomeno, i vari enti governativi mondiali hanno dovuto emanare leggi e regolamenti per avere una chiara tracciabilità del mercato e per permettere ai cittadini di poter dichiarare questi introiti. È da un po’ che le criptovalute sono diventate di utilizzo frequente e l’ammontare delle cripto attività è decisamente cresciuto negli anni.
Allo stesso modo, anche in Italia, con la legge di Bilancio 2023, si è provato a regolamentare il traffico di queste monete digitali, attraverso tassazioni sulle cripto attività. Finora i vari governi non avevano prestato alcuna attenzione alla questione, ma se si considera che nei dati stimati al 31 dicembre del 2021, l’ammontare delle attività attraverso criptovalute era pari a 90 miliardi, subito capiamo che si tratta di un patrimonio che in qualche modo va gestito e che non può passare inosservato.
Per questa ragione, in questo articolo, andremo a vedere quali sono le misure adottate dal governo e come cambia la regolamentazione delle cripto attività con la legge di Bilancio 2023.
Come ben sappiamo, le criptovalute sono diventate una vera e propria merce di scambio, come una valuta reale quale l’euro o il dollaro. Per questo motivo, le cripto possono essere utilizzate come veri e propri metodi di pagamento in molti store fisici e online, anche se la diffusione non è ancora capillare quanto potrebbe. Ad esempio, si possono utilizzare le cripto per pagare conti di ristoranti, hotel, negozi e aziende, ma anche store digitali oppure per sfruttare ibonus di rimborso dei casinò online.
Nonostante l’enorme successo e diffusione, però, le criptovalute rappresentano per molti ancora un tabù difficile da sfatare, e senza troppi torti, se si considera quanto il valore di mercato di esse sia variabile. Con il fallimento della Silicon Valley Bank, ad esempio, l’andamento delle criptovalute è salito vertiginosamente per via delle misure adottate dal governo statunitense, dopo che sono state in crisi per un po’, ma ciò non vuol dire che siamo di fronte a una seconda primavera del fenomeno, perché le cose potrebbero variare da un momento all’altro.
Il governo italiano per la prima volta ha preso in considerazione il fenomeno delle criptovalute per provare a inquadrarlo nel regime di tassazione nazionale, con l’obiettivo di regolarne la diffusione e adeguare le cripto ai regimi fiscali. Nella legge di Bilancio 2023 si evince come gli introiti provenienti mediante permuta, detenzione o cessione di criptovalute costituiscano redditi da tassare al 26% rispetto alle plusvalenze, se esse superano la soglia di 2.000€.
Ma, in generale, la regolamentazione non è precisa e manca di chiarezza perché è difficile riuscire a calcolare i dati sulle plusvalenze nel momento in cui risulta quasi impossibile ricavare i dati sul costo di acquisto iniziale di questi cripto-asset. Per questa ragione nella legge di Bilancio, al comma 133, si può leggere che si può tenere conto dei valori delle criptovalute relativi al 1° gennaio 2023, con una tassazione sostitutiva del 14% invece che del 26%. Questa clausola risolve molte delle questioni legate a investimenti passati i cui dati sono difficili da trovare.
La legge di Bilancio 2023 è un notevole passo in avanti. Per la prima volta in Italia, il mercato non regolamentato delle criptovalute ha un controllo statale, e così anche i possessori di criptovalute potranno riuscire a dichiarare le proprie plusvalenze. In questo modo, dal nostro punto di vista, gli investitori sono tutelati perché non rischiano di andare incontro a sanzioni improvvise su introiti che fino all’anno scorso non avevano bisogno di essere dichiarati.
Con la nuova legge, per la prima volta, coloro che investono nelle criptovalute non sono in balia del caso e sanno esattamente come rendicontare tutto allo stato di diritto senza doversi preoccupare e per questa ragione riteniamo che gli italiani sono più incentivati a investire.