Le stazioni trapanesi e in generale quelle della maggior parte delle città siciliane (escluse le aree metropolitane dell’isola) non sono di certo come quelle delle altre realtà italiane. Dal Sud Italia al Nord. Sembrano “terre di nessuno”, dove le tratte più affollate sono quelle delle ore 7 del mattino, delle 14 circa e delle 18.30.
Nonostante l’arrivo dei “nuovi treni” che hanno pur sempre 20 anni e si vede da alcune parti piene di ruggine, poco o nulla è cambiato. Le lunghe tratte da una Provincia come Palermo a quella trapanese, ad esempio, vengono effettuate sempre dai vecchi treni, a volte con un massimo di due carrozze. Le stazioni, per la verità, sono pulite nella maggior parte dei casi, ma non funziona nulla.
A Marsala, esempio di grande città, la stazione sembra abbandonata. Non è più attivo il servizio ticket del ‘gabbiotto’, i biglietti si fanno nell’ufficio adiacente dell’Autoservizi Salemi; non è più attiva da diversi mesi neppure la macchinetta per i ticket instantanei. Il bar è chiuso da molto tempo. E poche persone, a parte le ore di punta, affollano la Stazione. Peccato.
Perchè è un mezzo utile, evita l’uso smodato di auto nei centri città e per certi aspetti comodo se non fosse per i disservizi ai passaggi a livello, alle strade ferrate, ai mezzi vetusti e quant’altro. In pratica viaggiare in treno è bello, ma il prezzo – non quello dei biglietti – è caro, perchè mancano strumenti, impianti, persone. E, si sa, quando una terra è di nessuno, prima o poi qualcuno va a contaminarla di rifiuti, va a distruggerla, va a rovinarla.