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Europa Verde celebra la sua prima assemblea provinciale. Ingianni: “La politica si occupi del cambiamento climatico”

Dopo l’exploit delle ultime elezioni politiche, Europa Verde è pronta a strutturarsi sul territorio con un nuovo progetto. In quest’ottica, domenica 26 marzo, a partire dalle 10, presso la Biblioteca sociale Otium di Marsala si terrà la prima assemblea provinciale di Europa Verde. Reduce dal buon risultato personale ottenuto a settembre, Antonella Ingianni ricopre il ruolo di dirigente regionale del partito.

Che indirizzo si darà il vostro progetto nel trapanese?

Registriamo una nuova consapevolezza e la nascita di un gruppo che si è cementato durante la campagna elettorale e che si è ulteriormente arricchito negli ultimi mesi, con l’apporto di diversi giovani.

Europa Verde sarà presente nelle realtà della provincia interessate dalle prossime amministrative?

Stiamo seguendo con attenzione l’evolversi della situazione in tutta la Sicilia. Nel trapanese ci saremo: non con liste autonome, ma con alcune candidature di spessore per il Consiglio comunale, come a Partanna, dove sosterremo Li Vigni, e a Trapani, dove saremo con Tranchida. Stiamo riflettendo anche su Pantelleria e su qualche altro Comune. Eleggere i nostri rappresentanti nei Consigli comunali sarebbe un tassello importante, per dire le cose nelle sedi giuste.

A Marsala non siete presenti in Consiglio. Se lo foste, cosa direste?

Trovo tristissima la discussione sulla sede del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia, che rischia di finire a Trapani. Io dico che una Facoltà del genere non può che avere sede a Marsala, nei locali dell’Istituto Agrario. Dovremmo discutere di come sostenerla, di come far crescere la ricerca, di come collegare maggiormente il tema dell’agricoltura sostenibile all’attività che ogni giorno conducono i nostri viticoltori, di come affrontare il futuro, a fronte di un rischio concreto di desertificazione che corre il nostro territorio. Purtroppo, la discussione va in tutt’altra direzione e invece di potenziare, demoliamo. Le scuole hanno bisogno di sedi certe e funzionanti. Mi riferisco anche al “Damiani”: da due anni l’ex Provincia ha chiuso 16 aule per problemi di verifiche sismiche, rendendo inutilizzabile anche l’aula magna, che doveva rappresentare il centro convegnistico della provincia di Trapani sui temi legati all’agricoltura.

A proposito di desertificazione, il tema della mancanza d’acqua resta di grande attualità…

In questi giorni abbiamo celebrato la Giornata mondiale dell’acqua…Tuttavia le amministrazioni comunali continuano a non investire adeguatamente, anche in termini di comunicazione, per campagne contro lo spreco d’acqua e il riutilizzo delle acque reflue per l’agricoltura, dimenticando che stiamo andando incontro a cambiamenti climatici reali. Se mancherà l’acqua ci saranno gravissime conseguenze per le nostre colture. La politica deve preoccuparsi di gestire i processi legati al cambiamento climatico. Non ci si può occupare solo di buche, dossi, bagni chimici o strisce pedonali, come nell’ultima seduta del Consiglio comunale.

Altro tema ricorrente, specie a inizio primavera, è quello del verde pubblico…

Potremmo dire che si tratta di un evergreen…Il modo con cui si tratta il verde pubblico a Marsala e in Sicilia è la rappresentazione plastica della sensibilità ambientale che hanno avuto i nostri amministratori negli ultimi 30 anni, nessuno escluso. Dovremmo pensare a restituire spazi alla natura, solo così le città potranno diventare più resilienti. Si dovrebbe ragionare su una norma sul consumo dei suoli, tutelare la manutenzione del patrimonio arboreo, evitando capitozzature drastiche che indeboliscono gli alberi. Sono stati tagliati i platani a piazza Pizzo e piazza del Popolo, non sapendo che per questo tipo di alberi è l’ultima cosa da fare. Se la gestione del verde pubblico si riduce a tagli indiscriminati è solo un danno per la città.

In primavera molti cittadini amano passare il tempo all’aperto. Da Villa Cavallotti a Salinella, come stanno i nostri spazi verdi?

Il tema degli spazi verdi dovrebbe rientrare in una precisa idea di città. Se si pensa a una città sostenibile, si dovrebbe procedere a una rinaturalizzazione di alcune aree, in particolare a Salinella. Villa Cavallotti, invece, va trattata come un giardino storico, che va restaurato con metodo filologico. E’ il nostro unico giardino e negli anni è stato trattato malissimo. Dovremmo ricordare che l’approccio per la cura del verde non dovrebbe essere estetico, ma funzionale: le piante assorbono anidride carbonica, che è la sostanza alla base della crisi climatica che viviamo.

A proposito di evergreen, si riparla del Ponte sullo Stretto. Che ne pensa?

Sono contraria in maniera categorica, perchè sorgerebbe in una delle zone sismiche più attive del Mediterraneo. Soprattutto, penso che la Sicilia avrebbe bisogno di una viabilità degna di questo nome e non ce l’ha: una ferrovia che funzioni, una mobilità sostenibile che abbia rispetto di un paesaggio che da sempre è l’elemento che più affascina i visitatori che arrivano. Attualmente, per andare da Trapani a Siracusa in treno occorrono 12-14 ore e questo non facilita né il turismo, né l’agricoltura, né la vita quotidiana dei siciliani.

Da un recente rapporto di Legambiente emerge la grande difficoltà a realizzare nuovi impianti di energie rinnovabili.

L’energia pulita non può che essere il futuro. Il problema è sburocratizzare e regolamentare. Eolico e fotovoltaico sono necessari, ma è necessario anche contestualizzarli e inserirli nel territorio senza creare alterazioni di tipo emozionale.

Vincenzo Figlioli

Vincenzo Figlioli

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Tags: antonella ingianniEuropa Verde