Si va formalizzando il progetto di riforma, predisposto dal Ministero del Lavoro e del Tesoro, relativamente alle platee di famiglie che percepiscono il Reddito di Cittadinanza e che, come stabilito dall’ultima legge Finanziaria, si vedranno sospeso l’importo che viene mensilmente inviato a partire dal luglio 2023.
Secondo indiscrezioni, si arriverebbe ad un importo massimo di 500 euro mensili per famiglie caratterizzate dall’assenza di ‘occupabili’, in caso contrario il bonus scenderebbe a 375 euro. I cardini del nuovo reddito di cittadinanza riguardano, per la maggior parte, i percettori che sono residenti nel Sud del Paese.
La Sicilia, come è noto, è la seconda regione d’Italia e Marsala, essendo la quinta città isolana, si trova diverse centinaia di famiglie che percepiscono il Reddito di Cittadinanza, nuclei che attendono con trepidazione le due scadenze: una a luglio 2023, l’altra a gennaio 2024, termini che il Governo Meloni ha perentoriamente approvato all’interno dell’ultima legge di Bilancio.
Adesso però, la ministra Calderone, sta lavorando per portare sia in Consiglio dei Ministri, sia al tavolo dei sindacati, la proposta che potrebbe partire con scadenze approssimative intorno alla fine dell’estate prossima. Cerchiamo di capire quello che filtra dal Ministero.
In pratica, la divisione fondamentale sarà tra famiglie senza reddito composte da ‘occupabili’ o non; queste dovrebbero avere nel proprio nucleo, un Over 60 o un disabile. Il requisito reddituale per rientrare nel sostegno, ovvero l’ISEE, dovrebbe essere ridotto di oltre 2mila euro per giungere alla soglia di 7.200 euro. Questo provvedimento servirebbe ad aiutare maggiormente le famiglie con più componenti.
Per le famiglie con i cosiddetti ‘occupabili’, che al momento hanno assicurato l’RdC per i primi 7 mesi del 2023, l’assegno di base (per un singolo) va a una riduzione di 375 euro con una durata massima di 12 mesi. Per le altre famiglie, quelle senza ‘occupabili’, l’importo dovrebbe restare intorno a 500 euro con la durata confermata a 18 mesi.
Dal Ministero trapela anche che la riforma del Reddito di Cittadinanza dovrebbe prevedere il coinvolgimento delle agenzie per il lavoro affianco ai Centri per l’Impiego. Assieme dovrebbero lavorare a una piattaforma online dedicata all’incontro tra domanda e offerta, relativa ai soggetti in cerca di lavoro. Perderebbero l’assegno anche in presenza di un solo rifiuto ad un’offerta di lavoro congrua che sarà tale se proveniente dalla propria Provincia o da quelle confinanti. Per chi non può lavorare invece, dovrebbe restare il percorso di inclusione sociale dei servizi del proprio Comune.
E’ previsto anche un rafforzamento dei controlli per chi riceve l’RdC indebitamente. Intanto, come già da decine di mail giuste alla nostra redazione, cresce la preoccupazione soprattutto in quei nuclei familiari che da qui a qualche mese si vedrebbero tolto qualsiasi forma di reddito. Come si sa infatti, la classificazione di ‘occupabili’, di per se stesso, non significa che il nostro territorio fornisca risposte di lavoro alle richieste. Di contro, alla già precaria condizione occupazionale, si andrebbe a giungere l’immissione urgente, in questo mondo, di chi si vedrebbe sottratto il Reddito di Cittadinanza.