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Itaca chiama Sanremo_ Quinta e ultima serata: voti e commenti di Michele Pantaleo

E’ andata in scena ieri, la quinta e ultima serata della 73ª edizione del Festival di Sanremo, il Festival della Canzone Italiana, in diretta dal Teatro Ariston.

Condotto quest’anno nuovamente da Amadeus con Gianni Morandi, per la serata finale è tornata a co-condurre l’influencer e imprenditrice digitale Chiara Ferragni.

Per la quarta edizione della speciale rubrica “ITACA CHIAMA SANREMO”, il Festival ve lo raccontano i voti, i giudizi, gli occhi e le orecchie di alcuni musicisti e interpreti del nostro territorio.

QUINTA SERATA_ MICHELE PANTALEO: COMMENTI E VOTI

E’assodato che il Festival sia ormai diventato parte del patrimonio nazionale, insieme alla Nazionale di calcio e le frecce tricolori e quant’altro ed è assodato che ogni anno diventi fonte di curiosità e di discussione. Anche questa volta infatti tanti hanno inneggiato al “No Sanremo” come se fosse un ennesimo tentativo di “addormentare le coscienze”, quelle che i “neo protestanti” pensano di avere. Strano come molti di loro appartengano alla folta schiera dei No vax, No tax, No caxx, No mazz… Tuttavia alla fine è evidente che anche questi lo seguono e in qualche modo ne discutono quindi, accomodatevi mentre vi ricordo che la protesta, le conquiste sociali e di costume degli anni 70 e 80, le avevano già fatte i loro padri e nonni che svegli lo erano e che hanno cambiato allora, la società. Poi con le tv commerciali e i programmi stupidi tutto cambiò e l’Italia tornò indietro di 50 anni a ridiscutere inutilmente e anche di Sanremo… (perdonate lo sfogo personale).

Tornando a Sanremo e lasciando fuori chi non appartiene al mondo musicale e utilizza questa opportunità come discutibile passerella, questa edizione si è mostrata come le altre, cioè la solita kermesse ben organizzata nei suoi prevedibili tratti popolari adatti ad ogni tipo di acquisto, come quando entri al supermercato per comprare solo il pane e invece torni con due o tre borse piene; insomma ce n’è per tutti i gusti.

La direzione artistica è riuscita a fare spettacolo spendendo poco e utilizzando le solite vecchie risorse (dimenticandone altre migliori e altrettanto capaci) che comunque hanno fatto impennare gli ascolti e il risultato i numeri e lo share parlano chiaro ed è quello che conta.

La conduzione è stata di carattere quasi familiare, di tipo dialogico apparentemente improvvisata con quella spontaneità che ti fa perdonare gli errori e Amadeus – coadiuvato da un ottimo Morandi che ricordando Lucio Dalla si e ci commuove – sa il fatto suo e merita tutto il successo che ha atteso dopo anni di dura gavetta.

Andiamo alle serate: la prima cosa che salta agli occhi è la scenografia; più semplice delle edizioni precedenti ma ugualmente imponente. La regia televisiva forse avrebbe potuto valorizzarla di più così come l’orchestra che avrebbe meritato più telecamera sia per la professionalità che per l’ottimo livello delle esecuzioni, pazienza; da addetto ai lavori non posso fare a meno di dirlo ricordando che stiamo parlando di “professori d’orchestra” ovvero di maestri e professionisti di altissimo livello che bravura e professionalità se la sono guadagnata studiando, lavorando sodo e spesso guadagnando poco. Comunque l’orchestra c’è e si sente; per loro e per il Direttore musicale il mio voto è: 10

Le canzoni e gli artisti: precisando che non mi sono lasciato condizionare da look e outfit vari o da classifiche dovute a diverse giurie formate con criteri di mercato, sottolineo che questa valutazione è assolutamente soggettiva e legata alla mia visione personale decisamente non cattedratica e dico subito che in generale ho trovato un po’ noioso il tema comune a molti testi che parlano ancora una volta di delusioni di vario tipo più o meno adolescenziali e inclini ad un clima depressivo diventato il leit motiv di una generazione forse più annoiata e fragile che non prima. Dal punto di vista musicale ho ascoltato delle ottime produzioni di studio fra suoni ed effetti sapientemente distribuiti anche dal vivo e non ha dato fastidio l’uso dell’auto-tune che ci può stare sì, ma solo quando è un effetto altrimenti… vai a studiare canto che è meglio. In un mix di trap, rap, chill out, disco e house, le melodie però risultano carenti, quasi inesistenti, a favore di sequenze ritmiche costruite col copia e incolla. Ne viene fuori una sorta di “omologazione” che rende un po’ tutti simili a tutto. Ai ‘gender’ e ai trasgressori vari e ai bigotti vorrei ricordare che qualche decennio fa la questione era stata già abbondantemente superata dai tempi di Woodstock in poi…

I Big almeno quelli collaudati, sono tutti più o meno da apprezzare per la loro esperienza, tenuta della scena, capacità canora e professionale che se stonano o sbagliano tolgono l’auricolare e vanno avanti consapevoli che tanto poi sarà la curatissima produzione discografica di studio che gli renderà giustizia, quella che sarà ascoltata nelle radio o nei network e non certo invece l’esecuzione dal vivo sempre discutibile per mille ragioni soprattutto tecniche.

Ovviamente i 5 vincitori indicati dalle giurie risultano come ogni anno una sorpresa e insieme una delusione si sa, ma questo accade sempre, perché “Sanremo è Sanremo”… Infine ai lettori e a tutto lo staff di Itaca Chiama Sanremo giunga il mio abbraccio e il mio grazie; anche io come voi mi sono divertito nonostante la tarda ora, ma ho resistito fino alla fine. Complimenti a Marco Mengoni.

Elodie: Due

Quest’anno anche lei arriva un po’ prepotente al rango aristocratico di regina new entry. Il brano è bello ben arrangiato e cantato con il l’aiuto del controcanto prezioso della direttrice d’orchestra bravissima. Complimenti. Voto 8

Colla zio: Non mi va

Gruppo che fa ben uso dei suoni delle voci e che mette in scena una canzone destinata ad avere un buon successo popolare. Voto 7

Mara Sattei: Duemila minuti

In generale buona perfomance buona la melodia e il testo che però risulta troppo leggero rispetto al valore del tema trattato. Voto 6

Tananai: Tango

Più maturo e consapevole, racconta una significativa storia con una canzone abbastanza inside nella tradizione sanremese che però non decolla mai e ruota dall’inizio alla fine sul tema melodico dell’inciso. Voto 6

Cola Pesce e Di Martino: Splash

L’eco di Battisti riecheggia anche quest’anno ma ciò non toglie che i due usano bene gli ingredienti e sanno perfettamente come si confeziona una canzone di successo che di sicuro andrà nella parte alta della classifica. Voto 8

Giorgia: Parole dette male

Un’altra delle indiscusse Regine che ritorna con un pezzo di non facile esecuzione tra sentimento melodia accordi e suoni un po’ easy listening ma utili che valorizzano il canto potente di una Giorgia sempre bravissima e che sarà ascoltatissima nel dopo Sanremo. Voto 8

Modà: Lasciami

Introduzione e tonalità (Do Maggiore) quasi simile alla canzone del giovane Will ma qui lo spessore e la grinta del front-man del gruppo rende il tutto piacevole ai più. Di sicuro posizione buona in classifica. Voto 8

Ultimo: Alba

Canzone con una melodia ripetitiva ma con un testo niente male e comunque ben arrangiata. Di certo Ultimo non vuol perdere la caratteristica dell’urlatore finale (come la Oxa) nonostante la bassa tonalità dell’inizio. Voto 7

Lazza: Cenere

Effetto chill-out iniziale poi la prevedibile esposizione di un semplice riff melodico mixato ritmicamente con il testo e con le solite terzine che però si fa ricordare. Voto 6

Marco Mengoni: Due vite

Colpisce tutto subito; dalle doti vocali alla melodia intensa alla bravura di un artista cresciuto e maturo, un gigante in mezzo ai nani che commuove e che forse quest’anno riceverà il grande riconoscimento…? E chi se non lui? Voto 9 (10 se riuscisse a non tentare di strafare ogni tanto).

Rosa Chemical: Made in Italy

L’introduzione già dice tutto ed è condivisibile e discutibile più o meno ironicamente: Farà ballare e ci salverà dal bigottismo becero e italico. Il personaggio non è una novità ed è uno dei tanti discendenti, ad esempio, di un Renato Zero d’altri tempi. Voto 6

Cugini di Campagna: Lettera 22

Canzone melodica alla Pooh tipicamente italiana adatta a Sanremo. Sorvoliamo sul look e sulle solite tastierine giocattolo e sul solito vocalizzo finale. Voto 6

Madame: Il bene nel male

Più visibile quest’anno anche nel look, Madame è indicata come una novità nel panorama autorale italiano e cerca un’affermazione popolare che forse tarda ad arrivare. La canzone nel suo insieme però risulta un po’ noiosa, ma posso anche sbagliarmi. Voto 6

Ariete: Mare di guai

Una melodia con qualche frase ad effetto che si memorizza subito e che si farà cantare nonostante l’artista sia poco definita. Voto 6

Mr Rain: Supereroi

Tonalità abbassata per adattarla al coro dei bambini che di fatto valorizzano il brano forse inconsapevoli della furbata. Il pezzo è facile però e cammina da solo. Voto 6

Paola e Chiara: Furore

Due brave ex coriste assunte a rango solista che ritornano in coppia ma che continuano ad usare “l’unisono” come scelta discutibile. La canzone ha un buon ritmo ma scivola via senza lasciare traccia. Voto 6

Levante: Vivo

Niente male l’esecuzione dal vivo, probabilmente il pezzo si ricorda e guadagnerà di più nella versione di studio. Voto 6

LDA: Se poi domani

Un figlio d’arte che propone una canzone melodica che ricorda “Perfect” di Ed Sheeran ma comunque il pezzo funziona si fa ascoltare e riscuoterà un buon successo di sicuro. Voto 6

Coma_cose: L’addio

Canzone facile e carina adatta a tutti e cantata meglio da lei che da lui, senza un minimo controcanto che non avrebbe guastato. Niente di che. Voto 6

Olly: Polvere

Disco mix prevedibile che al solito funziona perché ben costruito con qualche furbata tecnologica. Voto 7

Articolo 31: Un bel viaggio

Due amici ritrovati che suscitano simpatia e approvazione con una canzone che ricorda un po’ gli 883. Ok. Voto7

Will: Stupido

Giovanissimo che canta una canzone semplice che piacerà molto ai suoi coetanei. Voto 6

Leo Gassman: Terzo cuore

Interessante questa proposta ben orchestrata e valorizzata ed è bella la trovata prima della coda di un’atmosfera quasi acustica di voce e chitarra che fa pensare a come sia nata la canzone fra le mura di casa. Melodia carina e apprezzabile. Voto 8

Gianmaria: Mostro

Un altro giovanissimo con una canzone accattivante ma ancora una volta per tutti gli adolescenti. Voto 6

Anna Oxa: Sali

Una delle “Regine di Sanremo” che però si sminuisce da sola urlando sempre troppo e non si capisce perché o a cosa le possa servire. Qualche tentativo di vocalizzi mediterranei su un pezzo impegnativo e ben costruito e con un bel testo. Voce troppo riverberata che verso la coda ricorda l’altra regina Patty Pravo. Voto 7

Shari: Egoista

Un po’ Adele, “l’amica di Salmo” canta con un certo pathos un testo e una canzone abbastanza trend appositamente scritta per lei e per Sanremo. Voto 7

Gianluca Grignani: Quando ti manca il fiato

Un po’ di dizione potrebbe aiutare questo artista che fa piacere ritrovare sul palco e al quale si perdonano le stonature in tutti i sensi. La storia raccontata è stupenda e commovente e raccontarla è stato un atto d’amore coraggioso; ad majora. Voto 7

Sethu: Cause perse

Un pezzo di rock neomelodico mixato con elementi sonori di tendenza. Probabilmente si perderà in classifica ma ci guadagnerà poi in successo popolare. Voto 6

redazione

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