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L’Ordine dei Medici sospende Tumbarello. Zerilli chiarisce: “Non conoscevo Bonafede”

Alfonso Tumbarello è stato sospeso dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Trapani in seguito all’arresto nell’ambito delle indagini relative alla latitanza di Matteo Messina Denaro. Il provvedimento resterà in vigore fino a quando perdurerà la misura cautelare. Al contempo, l’Ordine preannuncia l’intenzione di procedere a un procedimento disciplinare.

“Rimaniamo in attesa – ha affermato il presidente dell’Ordine Vito Barraco – di conoscere l’esito della vicenda giudiziaria, confidando nell’accurato e delicato lavoro della Magistratura e su cui riponiamo massima fiducia. Già nelle settimane scorso avevamo audito i due medici indagati, Tumbarello e Zerilli, malgrado non abbiamo mai ricevuto ufficiale comunicazione da parte degli organi inquirenti e giudicanti. E’ di tutta evidenza, comunque, che il provvedimento adottato nei confronti del dottor Tumbarello necessita, da parte dell’Ordine dei Medici, della giusta cautela fino a quando le risultanze investigative e giudiziarie non saranno meglio definite ed inquadrate”.

Per quanto riguarda l’altro medico trapanese, Filippo Zerilli, tirato in ballo in queste settimane a proposito della latitanza di Messina Denaro, l’oncologo ha inviato alla stampa una nota in cui assicura di aver “sempre esercitato la professione con scienza e coscienza”. A proposto della vicenda del paziente Andrea Bonafede (alias Matteo Messina Denaro) Zerilli precisa che, “in data 3 dicembre 2020, in risposta ad una richiesta di visita oncologica della chirurgia di Mazara del Vallo, supportata da un referto istologico del laboratorio di anatomia patologica dell’ospedale di Castelvetrano del 24 novembre 2020, è stata fissata una visita presso l’Uoc che dirigo, segnata nell’agenda di reparto in data 9 dicembre 2020. Non vi è altra documentazione, a mia conoscenza, dalla quale risulti la presenza del paziente Andrea Bonafede presso l’ospedale di Trapani. Aggiungo, a smentire alcune voci riprese da alcuni giornali e organi di stampa, che Andrea Bonafede non può essere stato ricoverato per circa un mese presso il mio reparto presso il quale possono essere disposti soltanto ricoveri in Day Hospital o Day Service e non certo ricoveri ordinari”. Zerilli afferma poi di non aver mai conosciuto Andrea Bonafede prima del suo ingresso in ospedale, né di aver avuto con lui contatti personali per fissare la visita oncologica. “Non ricordo neppure un mio eventuale contatto personale con il paziente il 9 dicembre, né ritengo si possa pretendere che ne abbia memoria considerato che allora tutte le visite avvenivano (come ancora oggi) indossando la mascherina”. Dal medico, poi, un’ulteriore precisazione: “l’esame del DNA nei pazienti da trattare con farmaci chemioterapici ha la funzione di individuare eventuali poliformismi che possono aumentare la tossicità del farmaco, non certo a individuare l’identità dei pazienti. Sottolineo, infine, che dall’inizio di questa vicenda, il 16 gennaio scorso non mi sono mai assentato dal lavoro, come dimostrano le mie presenze in ospedale. Auspico una rapida e positiva conclusione di questa vicenda. La magistratura chiarirà la mia totale estraneità a un contesto che non mi appartiene”. Riguardo le dichiarazioni di Zerilli l’Ordine dei Medici dichiara di aver preso atto delle spiegazioni fornite in fase di audizione, ribadendo di voler restare “vigile ed attento per garantire non solo la trasparenza del proprio modus operandi ma anche il rispetto delle basilari norme di comportamento etico e morale di ogni suo singolo iscritto”.

redazione

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Tags: Alfonso TumbarelloFilippo ZerilliOrdine dei Medici e dei Chirurghi di TrapaniVito Barraco