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Tentato sequestro di pescherecci mazaresi in Libia, le sigle sindacali: “Il Governo attui migliori misure”

Nuovo capitolo delle tensioni tra la marineria mazarese e i Paesi maghrebini. Si apprende in queste ore che venerdì una motovedetta libica ha tentato di sequestrare tre pescherecci di Mazara del Vallo, il “Pegaso”, il “Giacomo Gancitano” e il “Twenty Three”, ed un motopesca di Pozzallo, il “Vincenzo Ruta”, a 80 miglia a Nord di Tripoli. Solo l’intervento della nave militare “San Marco” che ha inviato un elicottero sulla zona di pesca ha fatto desistere i militari nordafricani.

“Ancora una volta il tema della sicurezza dei lavoratori del mare Mediterraneo torna prepotentemente nella cronaca, a significare che il problema non è affatto risolto e che, dunque, non si può abbassare l’attenzione”.

Ad affermarlo sono i segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Trapani Giovanni Di Dia, Franco Nuccio e Roberto Giacalone in seguito all’ennesimo tentativo di sequestro di tre pescherecci di Mazara del Vallo e uno di Pozzallo, avvenuto venerdì scorso, da parte di una motovedetta militare libica a 80 miglia da Tripoli e scongiurato solo grazie all’intervento della nave militare italiana “San Marco.

“È una situazione – affermano – che purtroppo non ha ancora trovato la giusta definizione e continua ad alimentare uno stato di difficoltà e insicurezza per i pescatori italiani. Flai, Fai e Uila si sono fatte promotrici nel tempo, anche a livello nazionale, di iniziative che potessero richiamare l’attenzione della politica sul tema, affinché possa esserci un intervento del Governo che possa finalmente garantire a questi lavoratori di poter svolgere la loro attività in totale sicurezza. Bisogna individuare e mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti umani dei pescatori italiani che operano nel canale di Sicilia e per assicurare loro la possibilità di continuare a pescare in quelle acque.Appena una settimana – concludono – fa la presidente del consiglio Meloni,insieme ai ministri Tajani e Piantedosi, è stata in Libia, viene dunque spontaneo chiedersi se si è parlato di un argomento tanto importante e nel caso a quali conclusioni si sia arrivati”.

(Foto di repertorio)

redazione

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