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Marsala: Grillo non ha più la maggioranza in Consiglio

Ne ha viste tante Sala delle Lapidi, in questi anni. E’ accaduto che sindaci senza maggioranza consiliare siano riusciti ad amministrare per cinque anni, nonostante le difficoltà. E che sindaci con ampie maggioranza le abbiano viste sfaldarsi nel giro di poco tempo. Eletto nel 2020 al primo turno, con tanto di premio di maggioranza, Massimo Grillo si è presentato all’insediamento del nuovo Consiglio comunale con 20 consiglieri eletti nella sua coalizione, composta da ben nove liste. Di fatto, si trattava di una compagine di centrodestra (senza la Lega) allargata a forze civiche. Come da tradizione, conclusa la “luna di miele” del primo mese, sono iniziati i “mal di pancia”, nonostante tutti i gruppi politici fossero rappresentati in giunta. Tra le prime voci di dissenso, quella di Rosanna Genna, che non digerì la designazione dell’avvocato Michele Milazzo in quota Fratelli d’Italia, prendendo le distanze dal partito di Giorgia Meloni. Poi arrivarono i primi interventi critici di Flavio Coppola, l’eterno dibattito su Marsala Schola (che dal 2006 in poi ha sempre, curiosamente, creato turbolenze politiche), le sortite autonomiste di Leo Orlando e Gabriele Di Pietra, che hanno poi costituito il gruppo Civicamente.

Uomo politicamente navigato, Grillo ha intercettato i movimenti in atto, salutando i consiglieri alla vigilia del Natale 2021 con un discorso molto critico, preannunciando una crisi politica che avrebbe portato, nel giro di qualche settimana, alle dimissioni dell’assessora Antonella Coppola (in quota Noi Marsalesi) e alle designazioni di Valentina Piraino (Liberi) e Giacomo Tumbarello (movimento Via). Il trend, comunque, non è cambiato granchè e – con le regionali dietro l’angolo – sono cresciuti anche i dissapori tra il sindaco e i deputati regionali Stefano Pellegrino e Eleonora Lo Curto. Compatto nell’eleggere Marta Fascina (alias Lady Berlusconi) a Montecitorio per il collegio di Marsala, praticamente senza battere ciglio, il centrodestra lilibetano è tornato a dividersi su tutto il resto, presentandosi alla competizione per l’Ars con gli uscenti Pellegrino e Lo Curto (passata dall’Udc alla Lega-Prima l’Italia) e il presidente Enzo Sturiano, candidato con l’Mpa (e sostenuto da Grillo). L’unico ad approdare tra gli scranni dell’Ars, per la terza volta, il penalista marsalese, ma la tensione è andata crescendo.

Il sindaco si è preso alcuni mesi per ragionare sulle scelte da fare, tenendo conto dei nuovi equilibri politici regionali, ma anche delle situazioni locali e dell’operato di alcuni assessori che, al di là dei ringraziamenti di rito, non lo avevano pienamente soddisfatto.

Da lì la decisione di procedere a un nuovo azzeramento, consapevole di andare incontro a una fuga dalla sua maggioranza. E, in effetti, su 20 consiglieri eletti con la sua coalizione, adesso Grillo potrà contare con certezza su Vito Milazzo e Pietro Cavasino (Liberi), Lele Pugliese e Giancarlo Bonomo (Fratelli d’Italia), il presidente Sturiano e l’assessore/consigliere Ivan Gerardi (che verosimilmente manterrà il doppio incarico). Non andranno all’opposizione, ma è prevedibile un atteggiamento più critico da parte dei componenti del gruppo di Progettiamo Marsala (Piergiorgio Giacalone ed Eleonora Milazzo), dispiaciuti per l’uscita di scena di Paolo Ruggieri e Oreste Alagna. Restano all’opposizione i tre componenti del centrosinistra – Fici, Passalacqua e Rodriquez – cui adesso si aggiungeranno l’Mpa, Civicamente, Forza Italia e Noi Marsalesi.

Sulla carta, dunque, le forze di opposizione sono maggioritarie nei nuovi equilibri del Consiglio comunale. Sarà l’esame dei vari atti deliberativi, più che il dibattito, a certificare se sarà veramente così e che tipo di strategia verranno portate avanti in questa fase 2 dai partiti e dai movimenti marsalesi, mentre le amministrative di maggio (che coinvolgono 12 Comuni della provincia di Trapani) potrebbero determinare ulteriori novità nella meccanica delle alleanze politiche.

Vincenzo Figlioli

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