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Una risata “ci” seppellirà

In questi tempi Social, dove tutto è moda, trend topic e virale, anche la mafia fa tendenza. La cattura dell’ormai ex superlatitante Matteo Messina Denaro, a voler tirare una linea retta, ha generato più l’ilarità del web che non indignazione. I nostri cellulari sono stati inondati di meme, come se il capo di cosa nostra fosse appena uscito da un programma tv trash qualunque.

Eppure è lui il mandante dell’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo sciolto nell’acido a 12 anni, lui il sostenitore delle stragi mafiose del ’92, sempre lui l’esecutore materiale di alcuni omicidi tra clan. Messina Denaro è diventato persino un incrocio tra Eros Ramazzotti e un concorrente de “I Soliti Ignoti”, uno che “si è fatto catturare” senza che nessuno abbia approfondito la storia della mafia siciliana e del boss castelvetranese, il percorso delle indagini negli anni sino ad oggi.

Tutto viene trattato con pressappochismo, la media di lettura sul web è di 15 secondi, ci si ferma al titolo perchè cliccare col dito sul tablet o sul telefonino è uno sport che richiede, evidentemente, uno sforzo notevole.

A risaltare, addirittura, più delle mancate manette all’atto della sua cattura, è il look di Matteo Messina Denaro: orologio Frank Muller da 30-35 mila euro, cappotto di montone di svariati migliaia di euro, berretto di qualche centinaio di euro, occhiali da sole tra i più costosi. Anche nei covi, di documenti importanti e rilevanti per le indagini, per i processi, per la trattativa Stato-mafia che ha portato alle stragi del ’92-’93, nulla. Piuttosto nelle varie case di Messina Denaro sono stati trovati gadget vari a tema mafia, il poster de il Padrino, bottiglie di liquori pregiati, testi filosofici, le biografie di Vladimir Putin e di Hitler, viagra, abiti femminili, i migliori profumi maschili in circolazione, camice e scarpe di lusso Prada e Louis Vuitton.

Adesso sappiamo cosa ha fatto poche ore prima dell’arresto di fronte la clinica “La Maddalena” di Palermo: era andato con la sua Giulietta a fare la spesa in un supermercato di zona, aveva comprato carne e detersivi. Pensate un pò, mangiava e lavava pure, andava a far benzina, a prendere il caffè al bar sotto casa, a pranzare al ristorante a due passi.

Una vita normale quella di Messina Denaro sotto il nome – almeno l’ultimo usato – di Andrea Bonafede. Un uomo qualunque, insomma. Più che divertente, è la parte più inquietante di tutta la storia del capomafia gravemente malato che si trova in carcere in regime di 41 bis. Molte verità moriranno con lui e la mafia continuerà il suo corso. “Una risata vi seppellirà” diceva Bakunin. Era anche il leitmotiv del Joker di Batman. E il poster del Joker campeggiava nel covo di Messina Denaro. Qui a seppellirci, mi sa tanto, sia stato lui.

Claudia Marchetti

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