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Il reddito spazzato

In queste nostre note nel corso degli anni ci siamo occupati spesso del lavoro. Soprattutto di quello che manca. Adesso vorremmo commentare un notizia già nota ma che ci piace riprendere e commentare. Il concorso è stato bandito diversi mesi fa e gli aspiranti netturbini di Palermo sono già 13 mila ma è presumibile, per non dire certo, che alla scadenza del bando di concorso il 28 febbraio, saranno almeno 30 mila.

Tutti in gara per 306 posti di lavoro a tempo indeterminato. Basta questo per rendersi conto di quanta disoccupazione esista nella quinta città d’Italia. Ambiscono all’assunzione anche diplomati alle scuole superiori e laureati. Avrebbero potuto trovare di meglio in base agli studi compiuti? Magari sì. Tuttavia, nessun lavoro onesto, tutelato e retribuito secondo legge può avere meno dignità degli altri. A guardare altrove poi, si scopre che più sviluppate sono le nazioni (per esempio, i Paesi del Nord Europa) meno radicato è il concetto di lavoro “umile” che invece alberga dove abbondano le diseguaglianze sociali.

Poi però dopo avere fatto questa dissertazione sociologica (per modo di dire) vorremmo guardare da un’altra angolazione, non so se ci capite, la situazione. Tra qualche mese, forse intanto il concorso non avrà avuto ancora il suo epilogo, rimarranno senza reddito di cittadinanza centinaia di migliaia di italiani. E poi a fine anno quasi due milioni. Tra questi quanti sono gli aspiranti netturbini che sono, per dirla con il governo, gli occupabili? Crediamo tutti. Allora noi ci congratuliamo con quanti, 306, arriveranno al traguardo del posto fisso.

Ma il governo lo sa che gli altri, mettiamo oltre 30 mila ritorneranno a casa occupabili, ma digiuni? Chi può cerchi il lavoro, le istituzioni li aiutino se credono, ma se tutto va male, speriamo per soltanto un breve periodo, il vero aiuto è quello di farli vivere ( magari sopravvivere). Era questo che aveva ottenuto il reddito di cittadinanza, con tutti i difetti che si porta appresso e le migliorie possibili da apportare. Ora li lasciamo a digiuno. Fossimo qualunquisti, e talvolta rimpiangiamo di non esserlo, ricorderemmo che i deputati guadagnano circa 500 euro al giorno, legittimamente ci mancherebbe…

Gaspare De Blasi

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