Anche se la Premier Giorgia Meloni sembra avere fatto un mezzo passo indietro, tra i provvedimenti inseriti all’interno della Legge di Bilancio, c’è quello relativo all’innalzamento del possibile rifiuto di accettazione del pagamento tramite carta, da parte dei commercianti. Per adesso la cifra individuata è quella di 60 euro, ma secondo il Governo – nel passaggio parlamentare di approvazione – la cifra potrebbe anche ridursi. Siamo andati in giro per gli esercizi commerciali, soprattutto quelli della piccola ristorazione, bar, paninerie, ecc., per capire cosa ne pensano i commercianti lilybetani.
“Certo – ci dice M. F., barista del centro urbano – vedersi presentare la carta a fronte di un pagamento di pochi euro, per esempio per un paio di caffè, potrebbe sembrare una perdita di tempo o una scocciatura. Tuttavia ci hanno ‘obbligati’ e poi hanno convinto i clienti, che si può pagare anche per piccolissime cifre con il mezzo elettronico. Adesso ci annunciano questo passo indietro. Già da un paio di giorni, come non accadeva da tempo, qualche cliente ha iniziato a chiederci di pagare con la carta”. Che abbia creato confusione l’annuncio governativo questo è certo.
Tra possibili (ma molto improbabili) multe e sanzioni per i rifiuti e difficoltà a comprendere quale cifra potremo usare per pagare piccole spese, si è sicuramente creato un margine di confusione che rischia di incrementarsi.
“Non sono d’accordo – ci ha detto un ferramenta della periferia -. Come del resto non lo ero neppure prima. La gente deve essere libera di pagare come meglio crede. Si tratta di individuare l’evasione, non tanto nel pagamento, quanto nell’emissione dello scontrino fiscale. Infatti, se tutti i clienti ritirano lo stesso regolarmente, i commercianti, nel rispetto della norma, dichiareranno il 100% degli incassi. Tuttavia non mi sognerei mai, a legge approvata, di rifiutare un pagamento con il bancomat”.
Anche se in diversi, oltre ad avere le idee poco chiare, si sono rifiutati di rilasciare dichiarazioni, si evince in via generale che nessuno si è detto pronto a rifiutare pagamenti con la carta sotto la quota per adesso individuata di 60 euro. “… Anche perchè – come affermato il gestore di un bar cittadino – se dovessi rifiutare, è possibile che la prossima volta il cliente, magari sprovvisto di contanti, possa scegliere un’altra attività per fare la propria consumazione”.
Da questo nostro approccio si comprende come non saranno in molti a rifiutare i pagamenti con Pos sotto i 60 euro. Chiudiamo con un episodio ricavato dai network nazionali: stiamo parlando di quanto accaduto a Silvia Salis, olimpionica di lancio del martello ed attuale vice presidente del CONI.
“Sono stata aggredita verbalmente da un tassista – racconta in una storia su Instagram la sportiva -. Stavo andando in taxi verso l’aeroporto, quando mi accingevo a pagare le 32 euro per la corsa, con il bancomat. Il guidatore mi dice di no, che non è più obbligato e che è ‘finita la pacchia per le banche’. E che a lui adesso servono i contanti”.
Il racconto della Salis prosegue: “Di fronte alle mie obiezioni ha iniziato ad urlare con arroganza, ci tengo a precisare che voglio ringraziare tutti i tassisti onesti che sono la stragrande maggioranza. Ho deciso di raccontare la vicenda per il livello di aggressività verbale del mio interlocutore, che si sentiva legittimato a comportarsi così, pur avendo il Pos in auto”.