Categorie: Apertura homeBlogPunto Itaca

Sulla loro pelle

Con il nuovo governo di destra sono tornate le tensioni internazionali intorno al tema dei migranti. Un tema affrontato spesso in maniera maldestra dai leader politici europei, che giocano a scaricabarile con un occhio ai sondaggi. Quel che sconcerta è che, in questi giorni come ai tempi di Salvini al Viminale, si gioca sull’emergenza alzando la tensione.

Strategie politiche, schermaglie dialettiche, frasi discutibili in cui si allude a fantomatiche “pacchie finite”, alle navi ong come “taxi del mare” e ai passeggeri come a bordo come “carico residuale”: tutto normale, se non ci fossero di mezzo centinaia di vite umane. Donne, uomini e bambini che – lo ricordiamo ancora una volta – non sono numeri, né manichini di plastica, ma persone in carne e ossa, che fuggono da guerre, persecuzioni, stupri, torture, detenzioni arbitrarie, come faremmo anche noi al loro posto.

E’ vero che l’accoglienza non può essere un affare soltanto italiano e che l’Europa dovrebbe fare un ragionamento più ampio sui rifugiati, i migranti economici e, più in generale, sulla questione demografica. Tuttavia, qualsiasi ragionamento appare pretestuoso e stucchevole se viene fatto mentre i migranti sono in balìa della tempesta, quando l’unica strada da percorrere è prestare soccorso a chi rischia la vita. “Il solito buonismo”, direbbe qualche cinico polemista del nostro tempo. Ma, in realtà, non è che la legge del mare: vecchia, saggia e sempre attuale. Perchè c’è un tempo per discutere e uno in cui agire, preferibilmente con umanità.

Vincenzo Figlioli

Condividi