Caro bollette, la Sicilia si ferma per la manifestazione che si è tenuta ieri a Palermo e su cui era riposta molta attesa. Tutti in Piazza Croci e per le vie del capoluogo, per dire no al caro bollette che “ha ridotto in ginocchio le imprese, i lavoratori che rischiano anche di subire i contraccolpi delle crisi aziendali, le famiglie” così come affermato dalle associazioni di categoria – più di 20 presenti alla manifestazione – Confcommercio Sicilia, Cna Sicilia, Confartigianato Sicilia, Confindustria Sicilia, Cidec, Confesercenti Sicilia, Claai Sicilia, Uiltucs Sicilia, Cgil Sicilia, Casartigiani Sicilia e Confagricoltura Sicilia che hanno indetto la manifestazione di protesta. Si parla di oltre duemila presenze a “Diamo luce alla Sicilia, stop al caro energia”.
In Piazza anche Cgil Trapani (che chiede misure contro l’emergenza e interventi strutturali di sviluppo del territorio), la CNA provinciale e la Uil trapanese; molti i sindaci e gli amministratori presenti, nonchè le associazioni di categoria dal Belice a Ragusa, da Marsala a Catania, per rappresentare a gran voce un diffuso malcontento, quello delle famiglie, delle medio e piccole imprese e delle grandi nel campo energetico e sostenibile, che non riescono più a far fronte ai rincari energetici, per non parlare di quelli del gas o delle materie prime. Non si può comprare più nulla in un supermercato, la vita è diventata troppo cara e gli stipendi sono sempre gli stessi.
A Palermo, come si è detto, c’erano tutte le Confederazioni Artigiani siciliane, così come quella trapanese guidata da Francesco Cicala: “La nostra battaglia è iniziata il 17 ottobre a Trapani assieme a Cgil e Uil contro i rincari energetici, manifestazione che poi tanti altri sindacati e associazioni hanno ripetuto in tutta l’isola. Abbiamo presentato in Prefettura una serie di proposte invitando i sindaci e poi abbiamo inviato un ordine del giorno ai presidenti dei Consigli comunali trapanesi al fine di organizzare Assisi Civiche aperte e straordinarie sul tema. Siamo in attesa di questi Consigli comunali”.
Sono 16 le proposte che a fine manifestazione sono state portate in Regione – dove Schifani ha incontrato le delegazioni – e che dall’Ars poi giungeranno fino al Governo Nazionale dove si giocherà la partita decisiva.
“Si tratta di proposte di breve e lungo periodo. Uno dei punti è la moratoria, perchè le rate ad oggi sono insostenibili, chiediamo una rateizzazione oltre i 12 mesi, per dare un più ampio respiro alle imprese – afferma Cicala -. Altro punto è la sospensione delle bollette, agevolare sia con il credito d’imposta sia con una più celere burocrazia, le installazioni del fotovoltaico per i capannoni artigianali; ciò renderebbe autonome le imprese e abbasserebbe i costi energetici. Per raggiungere tale obiettivo l’assessorato regionale Ambiente e Energia deve sbloccare le pratiche del fotovoltaico e dell’eolico in Sicilia, solo così l’isola potrebbe essere energeticamente autonoma”.
E di moratoria e di autonomia ha parlato anche Schifani nell’incontro con la delegazione presente alla manifestazione: “Sto dalla vostra parte oltre che come presidente della Regione anche come cittadino e gli uffici stanno lavorando alla moratoria Irfis. Verrà sospeso il pagamento della quota capitale della rata in scadenza del mese di dicembre dei mutui”.
Sul fronte delle risorse economiche, il responsabile trapanese della CNA è chiaro: “Quelle messe a disposizione dal Governo Meloni sono insufficienti; se Draghi aveva stanziato 40 miliardi di euro, già al limite, attualmente sono 32 miliardi, di cui 9 per il 2022 e quindi insufficienti”.
Pre Covid e post Covid, la situazione non solo non è cambiata in meglio ma è pure peggiorata: “Il Governo dovrebbe dichiarare lo stato d’emergenza energetico come per la pandemia da Coronavirus – afferma Cicala -. La Regione aveva anche messo a disposizione fondi per prestiti a tasso zero. Altro tassello, la divisione del prezzo del gas da quello dell’energia elettrica a livello nazionale. In un momento di inflazione, che per la Sicilia è al 12%, con gli aumenti spropositati del costo della vita, con il potere di acquisto che si riduce e il caro bollette, c’è il rischio del tracollo economico e sociale. In Provincia ci sono già diverse imprese, artigiani e panifici che stanno chiudendo, ci sono lavoratori che hanno ricevuto lettere di licenziamento. la situazione è drammatica. Temi come il tetto massimo del contante o il reintegro dei pochi medici no vax sono temi da affrontare ma l’urgenza era il rincaro dell’energia, tema principale in tutta Europa. Le nostre imprese già pagavano un costo alto rispetto alle altre aziende europee e mondiali, oggi – conclude il numero 1 di CNA Trapani – le imprese italiane e del Meridione hanno altresì un problema di competitività nei mercati esteri, devono vendere beni a prezzi inferiori se va bene”.