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Falcone e il tetto al contante

“Follow the money”, suggeriva Giovanni Falcone a chi gli chiedeva come trovare la mafia, dall’alto di un metodo investigativo che ha fatto scuola in tutto il mondo, nella lotta ai sodalizi malavitosi. In virtù di quella lezione, la legislazione italiana ha progressivamente aumentato gli strumenti per tracciare i flussi di denaro, con l’obiettivo di individuare i movimenti e gli affari delle organizzazioni criminali.

Tra le novità introdotte negli ultimi anni c’è anche il limite al tetto dei pagamenti in contanti (attualmente 2000 €) che rappresenta anche un mezzo di contrasto all’evasione fiscale e ai pagamenti in nero. Lascia, dunque, perplessi la proposta di innalzare tale limite fino a 10.000 €, lanciata dalla Lega e su cui Fratelli d’Italia ha già espresso il proprio consenso. Eppure, la presidente del Consiglio, che ha dedicato agli “eroi della lotta alla mafia” uno dei passaggi più toccanti del suo discorso di insediamento alla Camera, dovrebbe ricordare quell’indicazione di Giovanni Falcone sui flussi economici.

E’ vero che ci sono Paesi che hanno soglie di pagamenti in contanti abbastanza alte (Germania, Polonia, Repubblica Ceca) e altri che non ne hanno completamente (Austria, Estonia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Cipro). Ma Grecia, Spagna, Portogallo e Francia – Paesi in cui le infiltrazioni criminali in economia e i fenomeni corruttivi sono molto ricorrenti – hanno fatto scelte diverse, introducendo progressivamente limiti anche più restrittivi rispetto all’Italia.

Non è questione di complicare la vita alla gente comune, come qualcuno vorrebbe far credere, ma di tenere sotto controllo i depositari di capitali sommersi, che non vedono l’ora di immettere le proprie banconote nel circuito dell’economia locale.

E, allora, delle due l’una: o si sta con Giovanni Falcone, o con le mafie.

Vincenzo Figlioli

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Tags: Giovanni Falcone