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Inchiesta Sanità Trapani: “Pere”, “mele”, “banane”, i nomi delle mazzette

Le tangenti per gli appalti milionari nella sanità nella contabilità segreta dei corruttori diventavano “pere”, “mele”, “banane”. Così erano chiamati i giri di denaro, in un file, di Salvatore Manganaro, l’imprenditore vicino all’ex direttore dell’Asp di Trapani, Fabio Damiani, entrambi coinvolti nell’inchiesta “Sorella Sanità”.

Dai documenti informatici in possesso della Guardia di Finanza si scopre che Manganaro avrebbe deciso di dare un fisso al complice Damiani da ben 12.500 euro al mese. Cifra che l’ex Commissario dell’Asp trapanese ha poi speso in una lussuosa vacanza sul Lago di Como da oltre 9mila euro e che sarebbe stata “offerta” da una delle ditte favorite in un appalto.

L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giovanni Antoci e Giacomo Brandini, che venerdì scorso ha portato ad altri 5 arresti. Un contributo importante è stato fornito, dai “pentiti” Manganaro, Damiani, Vincenzo Li Calzi (fedele collaboratore del primo).

redazione

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