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Neonato abbandonato, Rete Donne di Trapani: “Grande sconfitta di tutti”

L’abbandono di un bambino nelle campagne di Paceco, l’ennesimo caso nella Provincia di Trapani, è un evento gravissimo che denota anche una grande solitudine in cui si trovano alcune donne.

La Rete consultiva delle donne di Trapani scrive:

“Ciò che è successo è una grande sconfitta e richiama tutti gli organi preposti ad intervenire per prevenire. Siamo liete di apprendere che Francesco stia bene e ringraziamo le forze dell’ordine ed il personale sanitario che è prontamente intervenuto, così come è confortante la gara di solidarietà per chiedere in affido il bambino.Tuttavia, questa vicenda, così come il dibattito che si è sviluppato in campagna elettorale, ci spinge a rilanciare il lavoro portato avanti dalla Rete Consultiva Provinciale Donne Trapani che prima dell’estate lanciava una petizione su change firmata da circa 25.000 siciliani (ed ancora in corso) e successivamente venivano presentate tre interrogazioni parlamentari e una richiesta di audizione all’Ars in commissione sanità, di cui non abbiamo mai avuto risposta.

Chiedevamo e continuiamo a chiedere a tutti i nuovi parlamentari nazionali e regionali eletti siciliani: azioni che mirino a garantire la piena applicazione della 194/78 a partire dal potenziamento dei consultori e dalle campagne di informazione soprattutto nelle scuole, fra i mediatori culturali e nelle comunità straniere; – maggiori risorse per garantire nelle scuole centri di ascolto e sostegno psicologico nelle con personale laico specializzato e per l’intero anno scolastico; – una verifica di tutti gli organici degli ospedali siciliani in relazione al numero di medici e anestesisti obiettori di coscienza;- di disporre concorsi pubblici per medici non obiettori, come già fatto in altre regioni italiane e dove è stato accertato che tale pratica non è in contrasto con alcuna norma costituzionale.

Ci teniamo, infine, a precisare che tutte le azioni che possano evitare l’abbandono di un bambino sono importanti e che siamo liete che si lavori anche alla creazione di una culla termica, che è uno strumento certamente importante, ma non è un’alternativa alla piena applicazione della 194/1978 , conquistata dalle donne proprio per tutelare la salute fisica e psichica delle donne ed evitare l’aumento degli aborti clandestini“.

redazione

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