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Minacciò un docente del Liceo Classico, medico marsalese condannato anche in Appello

Minacciò un professore del Liceo Classico di Marsala, condannato anche in Appello il dottore Gaspare Pumilia, marito dell’ex dirigente scolastica Antonella Coppola.

Il giudice Andrea Agate ha confermato la sentenza di primo grado contro cui la difesa aveva presentato ricorso in Appello. Pumilia è stato ritenuto responsabile del reato di minaccia nei riguardi del professore Vincenzo Laudicina, all’epoca dei fatti docente presso il Liceo Classico di Marsala dove era dirigente la dottoressa Antonella Coppola, coniuge del dottore Pumilia.

Il professionista marsalese è stato condannato anche al pagamento delle spese di entrambi i gradi di giudizio nonché alla rifusione delle spese processuali relative al grado di appello in favore del professore Vincenzo Laudicina, parte offesa.

A difendere l’imputato, il collegio difensivo composto dagli avvocati Stefano Pellegrino e Antonio Salmeri, mentre il professore Laudicina, costituitosi parte civile, è stato rappresentato, in entrambi i gradi di giudizio, dall’avvocato Gaetano Di Bartolo.

Nel corso del dibattimento, in due diversi procedimenti, mediante acquisizione di prove documentali e testimoniali e, principalmente, grazie ad una registrazione effettuata a mezzo di un telefono cellulare, è emerso che il professore Laudicina non solo non ebbe mai a pronunciare le frasi dal contenuto minaccioso, di cui era stato ingiustamente accusato dalla dirigente Coppola (per cui c’era già stata una sentenza assolutoria con formula piena), ma che, al contrario, era stato Laudicina ad aver subito un’ingiusta minaccia da parte del dottore Gaspare Pumilia, coniuge della Coppola (“stia attento … ti rompo il c…”, la frase rivolta al docente).

Rinnovo la mia fiducia nell’operato della Magistratura – commenta il professore Laudicina – anche se talvolta intervengono fattori ad essa estranei, non sempre ben comprensibili, rispetto ai quali è obbligo tentare di capire meglio. Fa poi “specie“ che un dirigente Scolastico possa chiedere l’intervento del proprio marito piuttosto che rivolgersi agli organi all’uopo deputati. Ribadisco inoltre la mia delusione nei confronti di quegli educatori/operatori che, a diverso titolo, sono stati “spettatori” ciechi e sordi in questa vicenda. Impressione quest’ultima che viene confermata dal Giudice di Pace, dottoressa Caterina Tumbiolo, allorquando nelle proprie motivazioni relative alla sentenza di primo grado, nel riconoscere alcune omissioni precisa, per un caso: verosimilmente il suo comportamento è legato alla volontà di non volersi annoverare tra gli accusatori del dottore Pumilia”.

redazione

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