La sindrome da contagio sta certamente facendo la sua. Tuttavia quando qualche settimana fa, un uomo di 72 anni di Marsala è stato ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale “Sant’Antonio Abate”, dove gli hanno diagnosticato una febbre virale veicolata dalle zanzare, il tema si è aggiunto alle discussioni Covid.
Le indagini epidemiologica condotta già dai primi di settembre dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale di Palermo, hanno confermato la presenza della cosiddetta “West Nile” in due cavalli e in un gatto domestico che sono stati risultati infetti nei pressi di contrada Cutusio, nel versante nord di Marsala, zona dove abita l’uomo che per primo in Sicilia ha contratto la febbre virale.
I controlli erano partiti precisamente nella prima settimana di settembre e ad avviarli era stato il servizio Veterinario dell’Asp di Trapani che ha monitorato con attenzione anche il resto della Provincia. Infatti, a seguito delle indagini, sono risultati positivi i tre animali che al momento sono isolati per essere curati dall’Azienda sanitaria trapanese.
Secondo quanto si è appreso, si attende ora l’esito delle indagini sulle zanzare catturate nella zona del mini-focolaio, visto che sono solo questi insetti il veicolo di diffusione dello specifico virus.
Intanto è stata fatta una disinfestazione della zona e se il virus dovesse essere ancora presente non è escluso che venga ripetuta.
Il “West Nile”, come si legge nel sito dell’Istituto Superiore della Sanità, è un virus degli uccelli che viene trasmesso a l’uomo attraverso le punture di zanzare infette. Il periodo di incubazione è variabile da 2 a 14 giorni. Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica, altrimenti si palesa febbre, mal di testa, dolori muscolari ed articolari, vomito, diarrea, ingrossamento dei linfonodi ed eruzioni cutanee che possono durare alcuni giorni.
L’età e le condizioni di salute di un individuo, afferma l’ISS, possono prolungarne la durata. Non a caso sono gli anziani e chi ha problemi di diabete e di ipertensione che rischiano conseguenze più serie. Tuttavia i sintomi più severi e mortali di quanti contraggono l’infezione, riguardano soltanto l’1%.